Attualità e politica

Giustizia, Severino: “Legittimo migliorare la legge sui politici condannati”

Paola Severino, ex ministra della Giustizia del governo Monti, è intervenuta a ampio raggio sui temi dell’attualità: dalla guerra Russia-Ucraina alla riforma della Giustizia, fino ai referendum.

In una lunga intervista rilasciata a Repubblica, la professoressa Severino commenta gli ultimi eventi che hanno sconvolto l’Europa: “Ero tra quelli che non se l’aspettavano. La verità è che non volevamo crederci: perché l’idea dell’aggressione a un Paese sovrano era così lontana dalla nostra cultura, che lo abbiamo ritenuto inaccettabile”.

E sulla minaccia atomica: “Ci sono tante paure con cui facciamo i conti. La minaccia atomica è retrostante a tutta questa guerra: ma forse è proprio quella che fermerà il conflitto”.

Di riflesso, un commento sull’Unione Europea e sul nostro Paese: “È un momento di grandi prove per il Paese. Un accento positivo lo suscita un’Europa in cui finalmente cadono alcune barriere. Ci prepariamo ad accogliere tanti profughi. La nostra Unione si scopre più coesa, più pronta alle reazioni”.

Poi, l’attenzione si sposta sull’Italia, sulla riforma della Giustizia e sulla campagna referendaria. Tra i quesiti referendari, emerge quello della Legge Severino.

“Ho sempre detto che le norme vanno monitorate. Il quesito si riferisce appunto allo specifico della sospensione dei sindaci dopo il primo giudizio. Se l’applicazione di quella legge, specie in riferimento all’abuso di ufficio, ha portato a constatare che molte di quelle sentenze venivano modificate in appello, è legittimo che si suggerisca una modifica“.

In particolare, poi, un commento sullo stop alle porte girevoli tra magistrati e politica: “La normativa è ancora fluida. A me sembra un sano principio culturale, prima ancora che giuridico, prevedere che un magistrato non possa candidarsi o assumere ruoli politici negli stessi luoghi in cui ha svolto le sue funzioni”.

Una riflessione, anche sulla separazione delle carriere: “Io posso anche pensare che sia bene non separare le carriere. Purché ognuno degli attori svolga il proprio ruolo correttamente. Per esempio: il pm non dovrebbe dimenticare che la legge gli prescrive di cercare anche prove a favore dell’indagato; e il giudice deve curare la parità di posizioni tra accusa e difesa”.

Infine, un auspicio per la Giustizia italiana: “So bene che la giustizia è lenta e poco efficace. Ma posso dire che abbiamo meccanismi di bilanciamento che accrescono la loro potenzialità. Conosco tanti magistrati, che lavorano operosamente, senza cercare le luci della ribalta. E questo deve sempre ispirare la nostra fiducia”.

Redazione

 

 

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