Sono centinaia i corsi di yoga sparsi per le varie palestre e centri di yoga specializzati in varie “tipologie” di questa disciplina così complessa ed eterogenea. Hatha Yoga, Ashtanga Yoga, Kundalini Yoga, Mantra Yoga, Iyengar Yoga, Kriya Yoga, poi lo yoga Tantrico, quello light, il Cinese.
Se la difficoltà maggiore è quella di sintetizzare in poche parole il concetto di yoga, la categorizzazione in discipline o tipi, addirittura stili di yoga, non aiuta affatto. Si rischia infatti di fare ancora più confusione di quella che si può leggere qua e là sul web. Più semplice è partire dalle motivazioni che spingono una persona ad avvicinarsi allo yoga, ovvero la ricerca di qualcosa, quella punta di spillo che invia segnali contrastanti e che invita ad indagare dentro se stessi. Quella percezione, latente o palese, per cui andando a sciogliere un nodo la nuova situazione che si prospetta potrebbe guidare al cambiamento, al miglioramento, alla trasformazione, alla liberazione.
Yoga: benessere, respirazione, meditazione ma anche energia, equilibrio e forza. Queste le associazioni mentali, del tutto personali, legate alla pratica dello yoga. Personalissime, poiché lo yoga oltre ad essere esercizio fisico, stretching e potenziamento muscolare e quindi attività tangibile è anche pensiero, sensazioni, emozioni, ascolto interiore, quindi percorso spirituale e individuale.
Benessere. Il termine sanscrito “yoga” significa “unione”, collegamento tra le dimensioni che quotidianamente sperimentiamo: corpo, mente e Spirito. Lo yoga aiuta ad armonizzare queste tre dimensioni in una sola unità, il principio originale (Divino, Energia, Luce), attraverso movimenti armoniosi, posizioni statiche (Asana), allungamenti, torsioni e flessioni del corpo.
Respirazione. Rappresenta il nesso tra corpo e mente e tra spirito e mente. E’ il punto focale della pratica dello yoga in quanto sarà il respiro a guidare i movimenti e non il contrario. Le tecniche di Pranayama (Prana = energia – Yama = Controllo) insegnano ad espirare ed inspirare correttamente per mantenere a lungo anche posizioni complicate, ma soprattutto aiutano a mettersi in collegamento con la propria interiorità.
Meditazione. Lo stadio più alto che si può raggiungere è il Samadhi, illuminazione o beatitudine, esperienza che trascende dal corpo, ma è il punto di arrivo di un percorso lungo. Per iniziare a sentirsi meglio è importante ascoltarsi e dedicarsi alla propria essenza, quella più intima. Concentrandosi, con tempo e disciplina, si scoprono lati del proprio io molto particolari e inizia il percorso sensoriale.
Energia. E’ quella vitale, che si irradia da quella personale a quella Universale e viceversa. Lo yoga aiuta al fluire dell’energia –in tutti e 7 i chakra – intesa sia come muscolare, sia mentale che spirituale.
Equilibrio. Tramite gli Asana, le varie posizioni e l’attività fisica si cerca di riportare l’equilibrio negli organi, nelle ghiandole interne, in tutti gli apparati del corpo. Questo è uno dei motivi per cui il benessere dello yoga è, in modo non figurato, si esterno ma soprattutto interno. Inoltre, l’equilibrio interiore si raggiunge controllando il respiro, concentrandosi su una parte del corpo, o assumendo una posizione particolare, come per esempio la nota posizione del loto.
Forza. Tutti gli esercizi di yoga richiedono forza, elasticità ed equilibrio. La posizione del guerriero, per esempio, impegna molto i quadricipiti e, senza la forza impressa verso il basso dalle gambe e verso l’esterno dalle braccia, l’esercizio non avrebbe il risultato voluto. Esistono posizioni dello yoga che richiedono una forza e una concentrazione interiore che non tutti riescono a raggiungere.
Vi lascio salutandovi come farebbero in India: a mani congiunte chino il capo e unisco corpo e mente, concentrandomi sul potenziale divino che è in me. Riconosco, accolgo e mi inchino alla luce che è in te pronunciando con rispetto la parola Namaste.