Attualità e politica

L’appello degli scienziati a Conte

15 miliardi in cinque anni è la richiesta di 14 scienziati che firmano la lettera pubblicata oggi sul Corriere della Sera. Questo finanziamento aiuterebbe l’Italia ad adeguare la ricerca pubblica a quella di Francia e Germania. Le cifre stanziate finora infatti non reggono il confronto: siamo fermi allo 0,5 del Pil mentre i nostri vicini investono rispettivamente lo 0,75% e l’1%. Abbiamo 5,6 ricercatori ogni mille abitanti, contro 10,9 e 9,7 in Francia e Germania. Secondo una classifica Ocse, l’Italia si colloca al 23imo posto a livello globale per spesa complessiva investita in ricerca (1,4% del Pil). Dunque al di sotto della media Ue che si attesta al 2 percento. Israele investe cinque punti percentuali. 

Gran parte dei nostri ricercatori emigra all’estero per trovare spazi adeguati. La mancanza di investimenti può marginalizzare ancora di più il nostro paese accelerando la fuga di cervelli e aumentando in modo catastrofico il declino dei settori più tecnologici. 

“Come ricercatori e organizzatori di ricerca chiediamo a Lei, al governo e ai parlamentari, nell’esercizio delle rispettive prerogative e responsabilità istituzionali, di incrementare lo stanziamento per la ricerca pubblica di un miliardo di euro/anno per cinque anni a valere sul Recovery Fund, corrispondente a un investimento globale di circa 15 miliardi nel quinquennio. Questo sforzo adeguerebbe la ricerca pubblica in Italia a quella dei nostri vicini e consentirebbe al paese di partecipare in modo competitivo alla ripresa economica e sociale dell’Europa”.

La ripresa del paese passa attraverso l’adeguamento agli standard dei paesi avanzati. Valorizzare il nostro capitale umano, investendo sulla Next Generation UE cui è rivolto il Recovery Fund, è il cambio di passo richiesto per far ripartire l’Italia.

Redazione

 

 

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