Attualità e politica

Zaia: “Sui vaccini l’Ue ha fallito. Ora il governo garantisca reddito ai cittadini”

“Chiusure nei weekend? Nessuno di noi fa salti di gioia. Ma dobbiamo essere onesti intellettualmente e dire che il liberi tutti significherebbe non avere posti negli ospedali per quelli che si ammalano”, lo afferma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

“È innegabile, ci troviamo di fronte a una nuova ondata che in alcune parti del paese sta picchiando molto duro. Mi permetto di dire che noi la conosciamo, il 24 dicembre siamo stati i primi a isolare la variante inglese. Quando lo dicevamo, ci accusavano di cercare alibi… Oggi, quelli che ci attaccavano sono i più grandi sostenitori del pericolo varianti. Ma, dopo due mesi di calo, le nostre curve del contagio hanno ricominciato lentamente a crescere”, spiega il governatore in un’intervista al Corriere della Sera.

Zaia recrimina di aver presto diverse scelte prima degli altri e di essere stato inizialmente criticato per questo. Scelte che poi sono diventate di tutti nelle ultime settimane: “Io ho riaperto le scuole un mese dopo le altre regioni, il 1° febbraio con un mese di ritardo. E sono stato molto criticato. Devo constatare che i ragionamenti che facevo, oggi sono diventati di tutti: il virus ora colpisce anche i ragazzi e io ho già cominciato a chiudere alcuni distretti scolastici, al momento 6 su 26”.

Sulla campagna vaccinale, la macchina della Regione è pronta: “Ci vuole più coraggio da parte dell’Italia. Che l’Europa sui vaccini abbia fallito è chiaro. E allora, lanciamo il cuore oltre l’ostacolo e attrezziamoci da soli. È una questione anche di prospettiva”.

Anche sul passaporto vaccinale, Zaia insieme al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, si è mosso per tempo per studiare il documento: “Quando l’ho fatto, apriti cielo: sono stato accusato di discriminare. La verità è che il passaporto lo puoi chiedere se la tua comunità è vaccinata. Prima di chiedere passaporti agli altri, dobbiamo essere vaccinati noi. Perché la vera discriminazione è nei confronti di quelli che vorrebbero vaccinarsi, ma non possono”.

Un tema fondamentale è per Zaia quello di garantire sostegno e ristori agli imprenditori in difficoltà: “Il mio è un grido di allarme. Dopo la pandemia, il mondo correrà. Per alcuni, sarà un nuovo rinascimento. Ma sarà anche una conquista del West: se saremo gli ultimi a piantare la bandierina, saremo morti. I miei imprenditori, qualcosa come 160 miliardi di Pil, chiedono il vaccino non per andare in vacanza, ma per ricominciare ad andare all’estero. Il tema è: le comunità che per prime torneranno covid-free, saranno le prime a tornare sui mercati”.

Sulle decisioni di un possibile lockdown, che il governo prenderà in queste ore, il presidente della Regione Veneto afferma: “Ma credo che il chiedere altri sacrifici ai cittadini non possa più essere una cambiale da firmare in bianco. I cittadini sono angosciati dalla mancanza di reddito da una parte e sconcertati da notizie di ogni tipo dall’altra. Qualunque iniziativa del governo sarà efficace soltanto se potrà garantire un reddito, dei rimborsi e anche una prospettiva. Magari partendo da bar, ristoranti, palestre, spettacoli: i simboli di quest’incubo”.

Redazione

 

 

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