Internazionale

Condannata a 4 anni di carcere per aver raccontato la pandemia a Wuhan

Zhang Zhan, la giornalista attivista cinese, è stata condannata ieri in Cina a 4 anni di carcere per aver “provocato disordine sociale” con il suo reportage della pandemia a Wuhan.

Zhang aveva lasciato il suo lavoro da avvocato a Shangai per raccontare la tragedia di Wuhan, dai malati ammassati negli ospedali ai crematori sovraffollati. Il governo cinese, che ancora continua la censura nelle informazioni e la propaganda di una pronta ed efficace risposta al virus, non ha gradito che quei video fossero diffusi sui canali social cinesi.

Zhang è in carcere da maggio e ieri al processo (molto veloce e senza accesso alla stampa ‘per evitare assembramenti’ a detta delle autorità), è arrivata in sedia a rotelle, il suo fisico è estremamente debilitato a causa dello sciopero della fame che si ostinerà a portare avanti fino alle estreme conseguenze, come ha fatto sapere il suo avvocato.

Come racconta il Corriere della Sera, nel suo ultimo post a maggio scriveva: “Il governo amministra le città della Cina con intimidazioni e minacce, è questa la vera tragedia del nostro Paese”. Faceva riferimento al dottor Li Wenliang, medico ospedaliero di Wuhan che aveva dato l’allarme sulla pandemia, quando Pechino ancora parlava di ‘polmonite misteriosa’. Fu convocato dalla polizia e intimato a non diffondere le voci e dopo pochi giorni morì, proprio per mano del virus.

Insieme a Zhang, altri tre blogger di Wuhan sono stati arrestati e nel 2020 si contano 47 giornalisti finiti in carcere in tutta la Repubblica Popolare cinese.

Redazione

 

 

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