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Palù (Aifa): “I casi di trombosi legati ad AZ sono rari, ma è giusto indagare”

Per Giorgio Palù, virologo membro del Cts e presidente di Aifa, i casi di trombosi legati al vaccino AstraZeneca sono rari e i benefici continuano a superare i rischi, ma gli eventi avversi devono comunque essere analizzati.

“Il comitato per la sicurezza dell’agenzia ha segnalato che esiste una relazione diretta tra questo vaccino e un effetto avverso. Si tratta di una trombosi venosa profonda cerebrale che si accompagna alla diminuzione di piastrine nel sangue. Sono forme rarissime, un caso su un milione nella popolazione normale. Adesso sono state osservate con una frequenza maggiore, circa 1-2 ogni 100mila vaccinati. Sono stati analizzati 86 casi di cui 19 fatali, a fronte di 20 milioni di vaccinati”, spiega in un’intervista al Corriere della Sera.

“Un evento così raro non poteva essere rilevato nella sperimentazione clinica solo quando è stata avviata la vaccinazione di massa, su grandi numeri. Non c’è stata mancanza di accortezza da parte delle autorità regolatorie. Le agenzie americana Fda ed europea Ema hanno rilasciato l’autorizzazione all’impiego su larga scala con la premessa che venisse esercitata una attenta sorveglianza del rapporto tra rischi e benefici”, afferma Palù.

L’Ema, che si è riunito nuovamente per valutare eventuali limiti da imporre nella somministrazione del siero anglo-svedese, ha dichiarato che non ci sono particolari controindicazioni, mentre in Italia il ministero della Salute ne ha raccomandato l’uso per gli over 60, decisione con cui Palù si dice d’accordo: “Sopra i 60 anni se prendi il Covid hai il 3 possibilità su 100 di morirne, rischio che cresce con età. I vaccinati con AstraZeneca avrebbero sulla base dei dati riportati una possibilità su 100mila di sviluppare una trombosi rara con prognosi grave. In pratica il beneficio della protezione data dalla profilassi è infinitamente superiore al pericolo”.

Le continue riunioni e conferenze stampa su AstraZeneca hanno causato una mancanza di fiducia dei cittadini che arrivano a rinunciare alla loro dose: “Mai come in questo caso la scienza ha corso per procurarci un presidio essenziale per la salute senza violare nessuna regola biologica, etica e medica. E un’ulteriore prova per aver fiducia nella scienza, negli enti e nelle agenzie che attuano la sorveglianza sulla sicurezza dei medicinali. Ricordiamo quanti farmaci banali, fra i quali la stessa aspirina, abbiano subito prima una riduzione e poi una limitazione d’uso. Una comunicazione da parte di Ema trasparente, in diretta, alla società civile deve far capire che non c’è da temere. La medicina si rivolge a entità biologiche, la specie umana, dove ogni singolo individuo è diverso. Non si può dunque escludere l’esistenza di una predisposizione individuale”.

Redazione

 

 

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