Attualità e politica

Gratteri: ‘Le mafie si adattano a ogni contesto, sono da combattere sul piano culturale’

“Una delle grandi caratteristiche delle mafie è la capacità di adattamento”, secondo Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, non c’è vaccino che possa sconfiggere il virus della mafia.

Con la pandemia, i mafiosi si sono adattati e sono diventati gli aiutanti delle persone in difficoltà, dimostrandosi interessati alle fasce più deboli. In realtà ogni loro iniziativa è calcolata. Il loro obiettivo è arrivare sul territorio prima dello Stato per potersi così guadagnare la fiducia delle persone. È il caso degli usurai che si sostituiscono alle banche e mai come in questo periodo trovano vittime che hanno bisogno di risollevare le loro attività in crisi.

Le mafie arrivano prima dello Stato. La chiave, come afferma Gratteri a La Stampa, è che “sono meno burocratizzate dello Stato. Conoscono meglio il territorio, sono sempre presenti, a differenza di certi politici che si fanno vedere solo in occasione delle tornate elettorali”.

La mafia non è solo un problema di ordine pubblico, ma una questione culturale ed è qui la difficoltà più grande per combatterla. Bisogna liberare le persone dalla paura e dalla necessità di aiuto, solo così non si rivolgeranno più a strozzini e usurai per risolvere i loro problemi. Il mafioso è cambiato, sempre in virtù della sua grande capacità di adattamento ai tempi e ai contesti. Oggi è una individuo che si inserisce nel tessuto sociale, aiutato da professionisti, e che investe lontano dalla sua regione o città di provenienza.

Un’altra criticità che mette in evidenza Gratteri è che l’Europa sbaglia a considerare la mafia un problema unicamente dell’Italia, è una questione che investe l’intera Europa, la mafia va dove “domanda e offerta si incontrano”.

Redazione

 

 

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