Economia

L’export dell’Italia verso gli Usa vale 66 miliardi

“L’età dell’oro” degli Usa annunciata dal 47esimo presidente Donald Trump nel suo discorso di insediamento potrebbe avere delle ripercussioni negative sulle economie dei Paesi che allo stato attuale esportano verso gli Usa più di quanto importano. Il “nuovo” inquilino della Casa Bianca ha detto di considerare cruciale il riequilibrio della bilancia commerciale americana. I paesi europei «saranno soggetti a dazi» se non correggeranno gli squilibri commerciali, ha annunciato. «L’Europa ci ha trattato molto male, farò qualcosa in merito al nostra deficit commerciale con l’Ue», ha detto intervenendo in videocollegamento al World Economic Forum a Davos. «Abbiamo alcune grosse lamentele con l’Ue», ha aggiunto il tycoon. (Sole 24 Ore)

Bilancia commerciale che, come ha ricordato l’Ispi in un recente report, è oggi in profondo rosso (per oltre 1.100 miliardi di dollari l’anno) e che è addirittura nettamente peggiorata rispetto alla posizione che faceva registrare all’inizio del primo mandato Trump nel 2017 (circa 500 miliardi di dollari di passivo). Secondo i dati Census Bureau, l’Europa vanta un attivo per il 2024 di oltre 213 miliardi. Se l’amministrazione Trump metterà in pratica la minaccia di nuovi dazi contro i prodotti europei, ha chiarito il Commissario Ue per l’Economia Valdis Dombrovskis in un’intervista alla Cnbc a margine del Forum economico mondiale, «la Ue è pronta a difendere i suoi interessi. Siamo pronti a rispondere in modo proporzionato se sarà necessario, come abbiamo fatto durante la prima amministrazione Trump». Aleggia dunque lo spettro di una guerra commerciale.

Di questi 1.100 miliardi di deficit, osserva ancora l’Ispi, circa 230 sono “imputabili” ai paesi dell’Unione europea, non lontani dai 290 miliardi “causati” dalla Cina. Per questo motivo, conclude l’Istituto per gli studi di politica internazionale, i paesi europei con il maggior surplus commerciale verso gli Stati Uniti saranno quasi certamente anche quelli verso cui Trump riserverà le maggiori critiche. La classifica vede al primo posto la Germania (80 miliardi di euro di avanzo commerciale). Sebbene sia piuttosto lontana in valore assoluto, l’Italia è terza con un surplus commerciale di 43 miliardi di euro. Se si guarda al peso dell’export italiano verso gli Stati Uniti sul Pil, secondo l’Ispi è possibile stimare che un dazio aggiuntivo del 10% verso tutto il mondo, e uno del 60% sulla Cina, avrebbero sull’Italia un effetto di contrazione economica molto simile a quello che avrebbero sulla Germania.

Nel complesso, il ricorso ai dazi da parte del nuovo presidente americano avrebbe ripercussioni sul made in Italy: gli Usa sono il terzo mercato di destinazione dei prodotti italiani, dopo Germania e Francia. I prodotti esportati negli Stati Uniti valgono 66,4 miliardi nel 2024. Stando all’Istat, nel 2023 la Lombardia era al primo posto nell’export verso gli Usa (14,4 miliardi di euro), seguita da Emilia Romagna (10,4) e Toscana (9,1 miliardi). A novembre 2024 l’ente statistico ha registrato un calo delle vendite verso gli Usa.

La partita commerciale si gioca soprattutto a livello europeo. L’Europa, da parte sua, si prepara a reagire alle minacce commerciali del presidente Usa. Durante il suo primo mandato, Trump aveva imposto dazi rispettivamente del 25% e del 10% sulle importazioni di acciaio e alluminio. In risposta ai dazi di Trump sull’acciaio e l’alluminio, Bruxelles aveva imposto tariffe sua serie di prodotti icona americani, quali le Harley-Davidson e il whiskey. Nel 2021, con la soluzione della disputa commerciale con gli Usa, i dazi sono stati rimossi.

Redazione

 

 

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