Attualità e politica

Ainis: “Gli omosessuali sono già tutelati. Le idee si combattono con altre idee”

“Quando si esamina un testo legislativo, la prima domanda da farsi è: questo testo è davvero utile o una legge così esiste già, magari sommersa da mille altre? Io credo che, in generale, ci sia bisogno di sottrarre, non di aggiungere; di usare la gomma e non la matita. E non vale solo per le leggi”, commenta così Michele Ainis, giurista, docente universitario, editorialista di Repubblica e l’Espresso, nonché scrittore, a proposito del ddl Zan.

“Penso che il problema sia che noi non riusciamo più pensare per categorie generali e allora ci impicchiamo alle micro definizioni. C’è la preoccupazione di dimenticarsi qualche categoria, e allora si elencano tutte, anche se poi dimenticarsi comunque qualcuno è fatale”, spiega Ainis in un’intervista a La Verità.

Secondo molti il ddl Zan replica quanto già sancito dalla legge Mancino: “Sinceramente penso che la stessa legge Mancino fosse inutile. Anche la più ampia tutela della libertà di pensiero e di parola è cosa diversa dalle azioni violente, lo insegna Popper. Significa che l’istigazione a delinquere è reato e rimane reato, su questo non ci possono essere dubbi. Il ddl Zan vuole aggiungere alle categorie già contemplate dalla Mancino il sesso e il genere? Torniamo al punto precedente: una buona legge deve essere generale. Oggi esiste un problema con le categorie generali. E questa tendenza ad elencare è segno di un cattivo rapporto tra il legislatore e i giudici”.

Il rischio che è emerso dal testo del ddl Zan è, infatti, quello della discrezionalità del giudice: “Nel senso che si scrive il più possibile nel testo delle leggi per elidere gli spazi di libertà del giudice. In realtà si ottiene sempre l’effetto opposto. Più scrivi, più gli spazi di indeterminatezza e di libertà del giudice aumentano”, commenta il Professore.

Alessandro Zan ritiene necessario rafforzare le aggravanti per alcuni reati: “Continuiamo ad aggiungere diritti, i quali altro non sono se non desideri che si trasformano in norme giuridiche. E in questo modo spesso si alimentano gli egoismi individuali. Sull’identità di genere mi viene da dire che noi siamo individui fatti di corpi, di carne. Invece qui mi sembra che si alimenti la dematerializzazione ormai imperante. Non possiamo prescindere dal fatto di avere carne e ossa. Infatti le femministe – alcune, non tutte – si sono accorte che l’identità di genere significherebbe cancellazione del corpo femminile (perché questo vuol dire) e dicono che sarebbe un arretramento”, spiega Ainis.

Le idee si combattono con altre idee, come insegnano gli americani: “John Stuart Mill diceva che ha maggior impatto la rappresentazione dell’errore rispetto a un bel sermone. Si impara di più dal cattivo esempio. Se sento qualcuno dire che gli omosessuali sono una sciagura, il moto di esecrazione che scaturisce rafforza le convinzioni positive. La circolazione delle idee, anche le più aberranti, valori della cittadinanza. Le opinioni si combattono con altre opinioni: vietarne alcune per legge le santifica”, conclude Ainis.

Redazione

 

 

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