Attualità e politica

Ruini: “In Francesco vedo il mio Papa. Salvini una risorsa importante e Draghi una svolta positiva”

“Ho deciso di farmi prete nell’ultimo anno di liceo, in modo molto rapido, pensando che mettermi al servizio di Dio fosse la cosa migliore”, lo afferma Camillo Ruini, cardinale e arcivescovo, già presidente della Conferenza episcopale italiana dal 1991 al 2007.

“Non ero un giovane prete di sinistra. Non direi proprio. È vero che alcuni lo pensavano, perché ero aperto alle nuove idee e al pensiero critico. In effetti è diffusa la convinzione che questi atteggiamenti possano ritrovarsi solo a sinistra”, afferma il cardinale in una lunga intervista al Corriere della Sera.

“L’incontro con Giovanni Paolo II avvenne nell’autunno del 1984 e fu del tutto inaspettato. Mi rivolse tante domande; risposi con una franchezza che lui apprezzò molto. Da allora i nostri rapporti sono diventati sempre più intensi. Era un uomo misericordioso: perdonava tutti, anche quelli che gli facevano cattiverie. Grande senso dell’umorismo. Intelligenza sbalorditiva”.

Sul suo successore Ratzinger, il cardinale Ruini afferma: “È stato un conclave permeato dalla gioia e dalla gratitudine a Dio per il pontificato di Giovanni Paolo II e per l’apoteosi finale alla sua morte. L’elezione del cardinale Ratzinger è avvenuta rapidamente e con poche opposizioni. Riconoscevamo in lui il più qualificato collaboratore e continuatore del Pontefice defunto. Anche oggi ritengo che sia stata la scelta giusta”.

E su Papa Francesco: “Forse non ho con lui quella spontanea sintonia che avevo con Giovanni Paolo II e anche con Benedetto XVI. Ma di lui penso molto bene. Ammiro la sua dedizione alla Chiesa, ai poveri, alla fraternità tra tutti gli uomini e i popoli. In una parola, in Francesco riconosco il mio Papa, senza riserve”.

Nell’intervista di Aldo Cazzullo al Corriere della Sera, Ruini parla anche del rapporto con alcuni politici, a partire da Silvio Berlusconi: “Non ho sostenuto Berlusconi o qualche altro politico come tale. Ho cercato di realizzare alcune cose; e in questo mi sono trovato non di rado in sintonia con Berlusconi”.

Su Romani Prodi, al quale celebrò le nozze, Ruini afferma: “Oggi i nostri rapporti sono scarsi ma buoni. Da giovane sacerdote a Reggio Emilia sono stato molto legato a lui e alla sua famiglia di origine. Le nostre strade si sono diversificate molto prima del referendum sulla procreazione assistita, quando la crisi della Dc diventò irreversibile e Romano si collocò a sinistra, diventando rapidamente il leader di quello schieramento. Che sosteneva posizioni etiche e antropologiche che non potevo condividere”.

Il cardinale è anche stato duramente criticato per il suo invito al dialogo con il senatore Matteo Salvini: “Salvini nelle circostanze presenti ha agito con saggezza e determinazione, senza dare spazio alle molte provocazioni di cui è stato oggetto. Oggi è una risorsa importante, non solo per il suo partito”.

Sul neo presidente Mario Draghi, Ruini spiega: “Penso che la svolta del suo governo sia stata molto positiva per l’Italia e per il suo futuro”.

La Chiesa è da molti anni investita da numerosi scandali, finanziari e di pedofilia: “La pedofilia ha danneggiato terribilmente la Chiesa. Sarebbe sbagliato però collegare la pedofilia al celibato. La pedofilia è diffusa soprattutto all’interno delle famiglie e tra gli uomini sposati. La Santa Sede sta cercando di far finire gli scandali finanziari. Ma una vittoria definitiva sul peccato, e in particolare sul grande male della corruzione, non è realizzabile in questo mondo, come ci ha detto chiaramente Gesù stesso”.

Un’altra tendenza che si riscontra negli ultimi anni è il calo della vocazione: “Il calo delle vocazioni è un fatto gravissimo, che può avere effetti devastanti sul radicamento della fede nella popolazione. Però – continua Ruini – è un’illusione pensare di porvi rimedio abolendo la regola del celibato, o aprendo alle donne il sacerdozio”.

Sul caso Welby in cui lo stesso Ruini, allora vicario della diocesi di Roma, dichiarò di aver preso personalmente la decisione di negare il funerale religioso a Welby, l’ex presidente della Cei sostiene: “In coscienza non potevo agire diversamente. Welby ha deciso di porre fine alla sua vita con piena lucidità e consapevolezza. Mi rendevo conto che negargli il funerale religioso mi avrebbe attirato forti critiche, ma questo non mi ha mai spaventato. E soprattutto il funerale religioso è una cosa assai diversa dal giudizio di Dio. Per la salvezza eterna di Welby ho pregato molto”.

“Se mi sono mai innamorato o fidanzato? Fidanzato mai. Sono stato attratto fortemente da alcune donne, ma ho sempre cercato di resistere e, pur soffrendo, ci sono riuscito, con l’aiuto decisivo del Signore. L’attrazione per le donne è inestirpabile nell’uomo e di per sé non è affatto un peccato”, conclude il cardinale Ruini.

Redazione

 

 

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