Attualità e politica

Cassese: ‘La regia del Recovery Fund è stravagante, l’accentramento è tipico del Governo’

La proposta del premier Conte di una gestione piramidale dei fondi europei del Recovery Fund è ‘bizantina e stravagante’, così la definisce il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese.

La proposta governativa di una piramide (troika Conte, Gualtieri Patuanelli, Comitato interministeriale degli affari europei, sei tecnici, ciascuno assistito da 50 ulteriori tecnici) è stata definita bizantina. Io la definirei stravagante. Non tiene conto delle esperienze e degli errori del passato, e non tiene conto neppure del presente: lo stesso governo che ha tirato dal cilindro questo coniglio ha presentato con la legge di Bilancio una proposta per affidare la supervisione finanziaria a una apposita direzione generale della Ragioneria generale dello Stato. Nel governo chi fa una cosa legge quello che scrivono gli altri?”, afferma il Professore in un’intervista per Huffington Post.

Sulle critiche che Conte ha ricevuto in queste settimane in merito ad un accentramento su di sé di tutte le scelte, Cassese risponde: “L’accentramento delle decisioni a Palazzo Chigi è una delle caratteristiche di questo governo. Solo che l’accentramento si coniuga solitamente con il decisionismo, mentre in questo caso si coniuga con l’indecisionismo programmatico, che è forma sofisticata di esercizio del potere attraverso la non-decisione e di rinvio delle questioni difficili”.

I settori su cui investire i soldi europei sono stati definiti e sono innovazione digitale, transizione ecologica, pubblica amministrazione, fisco, istruzione, ricerca. “Conosciamo il nostro tallone d’Achille: l’Italia è quart’ultima nella capacità di spesa dei fondi europei. Le risorse aggiuntive previste dal Piano di ripresa e resilienza prevedono interventi entro il 2026. Invece di far chiacchiere, bisogna aumentare la capacità amministrativa”, sostiene il Giudice emerito.

È importante avere tecnici con competenze precise, non serve per Cassese un ulteriore organo controllore creato ad hoc o un ministro del Recovery Fund come Amendola, come proposto da Assonime, l’associazione che raggruppa le società per azioni. “Di organi di controllo ne abbiamo troppi. Vanno sfoltiti piuttosto che incrementati. Ci penserà la Ragioneria generale dello Stato. Basta quel corpo di tecnici, che conoscono il mestiere e sanno quel che c’è da fare per fare controlli e non azioni dimostrative per guadagnare popolarità. Dopo aver snellito il governo vogliamo nuovamente gonfiarlo?”.

Cassese ha ribadito la sua idea che non servono ristori a pioggia, che possono aiutare nell’immediato, ma non nel lungo termine. “Ristori, a pioggia, talora a beneficio di chi non ne aveva bisogno, sono stati e sono necessari per le esigenze immediate. Ora bisogna pensare al futuro. Non finanziare attività che sono obsolete o a rischio di obsolescenza, ma cerare nuovi posti di lavoro. Aumentare gli investimenti, che consentono di rilanciare davvero l’economia. Non dimentichiamo che il piano si chiama “prossima generazione”, cioè che deve riguardare le future generazioni, assicurare ad esse un patrimonio. I ristori hanno finora posto sulle future generazioni un peso enorme di debiti”.

Se al governo al posto di Conte ci fossero stati Silvio Berlusconi o Matteo Salvini, forse sarebbero nate ancora più critiche per un comportamento ‘illiberale’. A tal proposito Cassese risponde: “Forse non illiberale, certamente antidemocratico. Si sarebbero levati alti lai. Ma va anche tenuto presente che questi sono tempi eccezionali. E che l’opinione pubblica è presa da dilemmi esistenziali del tipo: a Natale posso sedermi al tavolo con mio figlio? Se c’è neve sulle montagne, posso andare a sciare? Che succede se mi colgono per strada senza mascherina?”

Redazione

 

 

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