Economia

Bce: Pil debole anche nell’ultimo trimestre dell’anno

Nell’ultimo trimestre dell’anno il Pil dell’area euro continuerà a mostrarsi debole, e debole resta l’economia della zona euro: lo afferma la Bce nel nuovo bollettino economico. “L’attività rimarrà debole nell’ultimo trimestre dell’anno, e anche i dati dell’indice Pmi di ottobre mostrano ancora segnali di contrazione” nel settore manifatturiero, che contagia anche i servizi, spiega la Bce. Su investimenti e consumi pesano la modesta domanda estera e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento. Anche i rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso. (Ansa)

“Anche le aspettative sui nuovi ordinativi e sull’attività futura delle imprese nel settore manifatturiero sono peggiorate a ottobre. Le circostanze sono sostanzialmente paragonabili a quelle del comparto dei servizi, con la maggior parte degli indicatori Pmi che segnalano un ulteriore rallentamento nel quarto trimestre”, si legge nel bollettino.
Il mercato del lavoro continua a mostrare capacità di tenuta, malgrado gli indicatori più recenti forniscano segnali di raffreddamento, a causa di un’attività economica più debole. I consumi privati sono rimasti deboli nel terzo trimestre, a causa dell’ulteriore contrazione della spesa per beni. È atteso poi un ulteriore indebolimento degli investimenti delle imprese nel terzo trimestre, con l’attività frenata da una carenza di domanda e da condizioni di finanziamento più restrittive. Anche l’edilizia ne risente: nel terzo trimestre gli investimenti in quella residenziale hanno subito una contrazione. A causa dell’indebolimento dell’interscambio mondiale si riduce anche l’export, che cresce ad un ritmo “modesto”.
Oltre il breve periodo, però, la crescita del Pil dovrebbe gradualmente rafforzarsi. “È probabile che l’economia rimanga debole nella parte restante dell’anno. Tuttavia, con l’ulteriore diminuzione dell’inflazione, la ripresa dei redditi reali delle famiglie e l’aumento della domanda per le esportazioni dell’area dell’euro, l’attività dovrebbe rafforzarsi nei prossimi anni”, scrivono gli economisti della Bce.

Tra il 14 settembre e il 25 ottobre 2023 “le variazioni dei differenziali sui titoli di Stato sono state molto contenute, con l’eccezione del differenziale italiano, che si è in qualche misura ampliato, verosimilmente per effetto di fattori idiosincratici collegati, tra le altre cose, alle notizie riguardanti le misure fiscali previste dalla legge di bilancio nazionale”, scrive ancora la Bce nel bollettino mensile . “Nell’area dell’euro i rendimenti dei titoli di Stato sono cresciuti in linea con i tassi privi di rischio, con i differenziali sui rendimenti dei titoli di Stato italiani che sono in qualche misura aumentati”, aggiunge.

Redazione

 

 

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