Economia

Produzione industriale italiana: +0,2% ad agosto, -4,2% su base annua

Farmaci e mezzi di trasporto, punto. L’elenco dei settori positivi in termini di produzione industriale termina qui, offrendo già una prima sintesi del momento non brillante della nostra manifattura. Che ad agosto, rispetto al mese precedente, riesce comunque a crescere dello 0,2% grazie alla mini-ripresa dei beni di consumo, mentre intermedi e beni strumentali sono in frenata. (Sole 24 Ore)

Su base annua il passo diverso dell’industria è però evidente, con una produzione in discesa del 4,2% rispetto allo stesso mese del 2022 (si tratta del settimo calo mensile consecutivo), peggiorando così il bilancio del 2023, con i primi otto mesi dell’anno a vedere una riduzione media del 2,8%.

Nei dati annui le uniche eccezioni positive sono come detto farmaci e mezzi di trasporto mentre altrove si trovano solo riduzioni. Le più pesanti per legno-carta, giù del 22% e per tessile-abbigliamento, in calo di quasi 13 punti. Ma a cedere terreno solo anche la componentistica, la metallurgia, macchinari, computer ed alimentari. Contiene i danni la chimica, in frenata dell’1,5%, settore che tuttavia dall’inizio dell’anno risulta tra i più penalizzati.

Dato di agosto sulla produzione che arriva comunque all’interno di un quadro di rallentamento evidente, su più variabili. Già esposto peraltro dall’area vasta rappresentata da Federmeccanica, che nella propria indagine congiunturale ha evidenziato per il secondo trimestre un calo di periodo dello 0,5%, di due punti nel confronto annuo.

Difficoltà visibili a più livelli, che impattano anche sugli indici qualitativi. La fiducia delle imprese con il calo di settembre è scesa così ai livelli dello scorso ottobre e ancora peggio va alle realtà manifatturiere, in frenata per il sesto mese consecutivo: per trovare un livello più basso in questo caso si deve tornare ai tempi del Covid, novembre 2020.

Interessante notare come tra le difficoltà segnalate dagli imprenditori al primo posto ormai non vi sia più il nodo della supply chain, che a lungo, da metà 2021 in poi, aveva sopravanzato per la prima volta ogni altra variabile. A frenare le imprese ora è soprattutto il mercato, dunque l’insufficienza della domanda (19,4%), a cui si aggiunge la sempre più cronica carenza di personale specializzato, “freno” che oggi preoccupa un’azienda su dieci, mentre a segnalare il tema come fonte di difficoltà, nel 2020, era solo una realtà su 100.

Situazione non brillante anche altrove, con la produzione in Francia a cedere ad agosto lo 0,3% nel mese, calo registrato anche in Germania: -0,2% mensile, -2% su base annua. Se Berlino regge, e se una parte della meccanica italiana ancora è in discreta salute, lo deve al settore auto, in ripresa in termini produttivi anche ad agosto. Guardando alla produzione di vetture la crescita in volumi è del 15%, del 28% nei primi otto mesi dell’anno.

Redazione

 

 

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