Internazionale

India, non si studia con il velo: sei ragazze musulmane sfidano Modi

A causa di una legge voluta dai nazionalisti indù, da oltre un mese a un gruppo di ragazze musulmane viene vietato l’ingresso al college. La loro colpa è quella di indossare il velo.

Nello Stato del Karnataka, a sud dell’India, il governo ha deciso di impedire l’ingresso a scuola alle ragazze con l’hijab. Un provvedimento, dice Repubblica, che contraddice le decisioni dell’Alta Corte e della Corte suprema del 2016 che definì l’hijab un “dovere religioso non offensivo”.

Una decisione oppressiva, presa in un Paese dove la convivenza tra le religioni e il laicismo sono pietre fondanti. Le cause di queste repressioni si ritrovano nella cultura di fondamentalismo anti-islamico che con Modi sta aumentando esponenzialmente.

Dietro l’anti-islamizzazione c’è la Rss, Rashtriya Swayamsevak Sangh, ovvero Organizzazione nazionale di volontari. Un’associazione fondamentalista che mobilita oltre cento milioni di persone e di cui Modi è stato militante e predicatore.

Un clima che, dal 2014 a oggi, sta peggiorando. Tra attacchi, uccisioni, violazioni e proibizioni “Di questi tempi, in India, è meno pericoloso essere una vacca che essere musulmano“, ha commentato Shashi Tharoor del Congress Party.

Ora l’anti-islamismo ha preso di mira anche le ragazze del Karnataka, che rimangono a studiare fuori dai cancelli del college in attesa di poter continuare a indossare il velo in aula.

Redazione

 

 

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