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“Gli accordi di Abramo sono un trattato di pace tra tutte le religioni”, parola del ministro della Tolleranza degli Emirati Arabi

“È diritto dei giovani e dei nascituri vivere in modo pacifico. Questo è soprattutto il messaggio degli Emirati Arabi Uniti al mondo”, lo afferma lo sceicco Nahyan bin Mubarak al Nahyan, ministro della Tolleranza degli Emirati Arabi.

“Il nostro fondatore, lo sceicco Zayed bin Sultan al Nahyan, fu un grande statista: riuscì a proiettare nel futuro un Paese dalle grandi risorse, accogliendo una forza lavoro eterogenea e multirazziale, senza la quale sarebbe stato impossibile realizzare i risultati che abbiamo ottenuto. Zayed ha tenuto lontano dalla nostra terra il pregiudizio: tutti erano accettati, indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione professata e dalle proprie ideologie”, afferma.

In un’intervista a Repubblica, lo sceicco spiega che gli Emirati “sono da sempre un Paese nel quale regnano sovrani i principi della tolleranza, armonia, rispetto reciproco e accettazione dell’altro. Principi che portano a vivere in coesistenza pacifica e a far sentire tutti parte integrante dei progressi della nostra amata nazione”.

Gli Accordi di Abramo sono un simbolo di pace tra tutte le religioni e i paesi coinvolti, non a caso portano il nome di Abramo, ovvero Ibrahim. “Il profeta Ibrahim è il padre di tutte e tre le grandi religioni; viene chiamato “Abramo” nel cristianesimo, “Ibrahim” nella religione islamica ed “Abram” nella religione ebraica. Rappresenta la capacità di unificare le tre grandi religioni monoteiste, ne simboleggia l’unità ed è per questo che l’accordo prende il suo nome. Perciò che riguarda più da vicino noi emiratini, questi accordi derivano dalle radici profonde dei valori di tolleranza, rispetto e fratellanza che come ho spiegato ci ha tramandato il nostro Padre Fondatore”.

La firma è stata il primo risultato significativo raggiunto in 25 anni di conflitto: “Questi accordi si basano su interessi strategici, economici e commerciali comuni delle parti. Rappresentano il primo risultato significativo nel processo di pace regionale da oltre un quarto di secolo, ossia dalla firma degli accordi di Oslo, che il defunto presidente israeliano Shimon Peres ha descritto come l’inizio del progetto “Nuovo Medio Oriente”. Quindi gli Accordi sono considerati un trattato di pace tra tutte le religioni ed i paesi coinvolti. Portare la pace è fondamentale non solo per gli Emirati, ma per l’intera regione. Il trattato segna una nuova era per il Medio Oriente e per il mondo”, continua il Ministro.

Il dialogo con le altre forze religiose si è rafforzato anche con la visita di Papa Francesco che ha mostrato “l’immagine del nostro paese come patria della tolleranza e della convivenza”.

Proprio in virtù dell’unione e della tolleranza che distingue gli Emirati sin dalla loro fondazione, “stiamo costruendo la Casa Abramitica, un’area che ospiterà il culto delle tre religioni monoteiste e vedrà pregare nello stesso luogo ebrei, cristiani e musulmani. Verrà costruita nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, Abu Dhabi. Sorgeranno una moschea, una chiesa e una sinagoga sotto un unico edificio, al fine di formare per la prima volta una comunità delle tre religioni”.

Redazione

 

 

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