Internazionale

Zambon: “L’Oms ha ignorato l’allarme del virus per ragioni politiche”

“Il Covid è stato segnalato in Cina il 31 dicembre 2019 quando l’ufficio Oms di Pechino venne a conoscenza di circa 27 casi di polmonite di eziologia sconosciuta. C’è stato però detto che non c’era alcuna prova di trasmissione da uomo a uomo”, a parlare è Francesco Zambon, dirigente dell’Oms che aveva coordinato la scrittura del report pubblicato sul sito dell’Organizzazione e dopo 24 ore rimosso.

A Repubblica spiega che ha cominciato a capire cosa stava succedendo in un giorno ben preciso: “Il 21 febbraio. L’Oms faceva documenti ogni giorno e fino a quel momento erano stati segnalati solo nove casi. Improvvisamente sono diventati 76: Vo’, Codogno, i focolai erano troppo distanti uno dall’altro. La situazione era incontenibile, eravamo già spacciati”.

Zambon ricostruisce alcune date importanti di questa vicenda: “Il 21 gennaio l’Oms aveva comunicato che esisteva un virus che si trasmetteva da uomo a uomo. L’Italia aveva un piano nazionale pandemico, seppur datato al 2006 e mai aggiornato. Ma c’era. Ecco, io penso che da gennaio al 21 febbraio si potessero fare tante cose che non sono state fatte. Piuttosto che donare le mascherine, era necessario stoccarle, verificare il magazzino italiano, formare il personale sanitario. L’Italia non si sarebbe salvata dalla pandemia, ma avremmo potuto ridurre di molto i danni. Ma non è stato soltanto un problema italiano. Il fronte più importante è quello internazionale”.

L’accusa di Zambon è che l’Oms persegua interessi politici più che sanitari: “Il 31 dicembre Taiwan ha captato autonomamente, perché non gli era stato notificato dalla Cina, che c’era un’infezione di un virus nuovo. Taiwan non è uno Stato membro Oms. Lo stesso giorno ha allertato l’Oms di una possibile trasmissione tra uomo e uomo. L’Oms lo ha detto ufficialmente solo il 21 gennaio, sono passati venti giorni. Questo perché l’Oms non ascolta, per ragioni politiche, Taiwan. E Taiwan è uno degli Stati che ha avuto una reazione migliore al virus: ad oggi 12 morti”.

“Ma nessuno ha messo in dubbio le qualità scientifiche del lavoro, il problema è stato politico: come emerge dagli atti della procura di Bergamo, dalle chat, dalle mail, il report è stato ritirato per pressioni cinesi, principalmente. E poi perché si è ritenuto fosse troppo critico con l’approccio italiano. Quello dell’Oms sia stato un errore imperdonabile. E anche un campanello di allarme importantissimo”, spiega Zambon a Repubblica.

“La domanda che cerco di porre è semplice: l’Oms fa politica o si occupa di salute? Io so che la Cina è allergica alle discussioni, ma noi abbiamo il dovere di capire in maniera autonoma cosa è accaduto, perché di fronte alla prossima pandemia dovremo dare risposte migliori – continua il medico che si è dimesso dall’Oms – Il nostro dovere è proteggere tutti i cittadini del mondo. Ecco, credo che il Covid ci abbia offerto l’opportunità di affrontare questi nodi cruciali. Che non riguardano l’Oms, ma la nostra vita, il nostro futuro. Riguardano noi”.

Redazione

 

 

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