EconomiaLE TASCHE DEGLI ITALIANI

Sace, il 2020 dei vini italiani: esplode l’e-commerce e cresce la ricerca di qualità

L’Area Studi Mediobanca, l’Ufficio Studi di SACE e Ipsos pubblicano oggi il primo report congiunto sul settore vino & spirits italiano, dedicato all’analisi dei mercati domestici e internazionali e allo studio delle dinamiche socio-culturali di consumo.

Il 2020 è stato per i maggiori produttori italiani di vino un anno duro, chiuso con un calo di fatturato del 4,1% (-6,3% il mercato interno, -1,9% l’estero). Maggiori perdite tra i vini frizzanti (-6,7%) rispetto a quelli fermi (-3,5%). Il canale GDO ha visto la propria incidenza salire al 38% rispetto al 35,3% del 2019, quello Ho.Re.Ca. si contrae dal 17,9% al 13,4%, mentre wine bar ed enoteche passano dal 7% al 6,7%.

Durante la pandemia è esploso l’acquisto online con +74,9% delle vendite sui portali web di proprietà, +435% per le piattaforme online specializzate, +747% i marketplace generalisti.

Ciò che emerge dal report è che i paesi anglofoni (Australia, Gran Bretagna e Usa) hanno un rapporto maggiormente emancipato con il rito del bere. La Cina risulta un mercato aperto e tollerante. La core Europe appare in una posizione intermedia, con Germania, Francia e Italia che mostrano livelli simili di accettazione.

Per quanto riguarda l’export italiano, nel biennio 21-22 si attende un aumento dei consumi di vino del 3,8% l’anno per molti tra i principali mercati, tra cui quello americano con crescita media annua del 2% e quello tedesco con +3,1%. Atteso anche un consumo in forte crescita nei mercati di Canada e Giappone. Le esportazioni italiane di vini e spirits valgono il 30% delle nostre vendite di alimenti e bevande oltreconfine e ammontano a 7,8 miliardi di euro nel 2020. La principale regione esportatrice, nel 2020, di vini è il Veneto con il 35,5% del totale delle vendite oltreconfine, seguono il Piemonte con il 17,2%, e la Toscana con il 15,5%.

La pandemia ha cambiato le abitudini di consumo: le persone continuano a scegliere i supermercati come primo luogo dove acquistare il vino, ma questa propensione è calata di sei punti percentuali, passando dal 58% al 52%. Sempre più persone hanno cominciato a frequentare enoteche, cantine e negozi specializzati. La quota di italiani che non hanno mai comprato una bottiglia di vino in un’enoteca è scesa al 42% rispetto al 48% di prima della pandemia.

Redazione

 

 

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