Internazionale

Graziano: “Turchia e Russia in Libia sono un problema. L’Italia mobiliti le sue risorse”

“Lo scenario libico desta preoccupazioni. E se solleviamo lo sguardo da una parte e dall’altra, arriviamo dal Mediterraneo centrale a quello Orientale, al Sahel, al Golfo di Aden, al Corno d’Africa. Vediamo un numero di crisi che premono intorno a noi che non abbiamo mai visto in decenni”, lo sostiene il generale Claudio Graziano, ex capo di Stato Maggiore di esercito e Difesa, oggi presidente del Comitato militare dell’Unione europea.

La Libia è attualmente divisa tra le forze di Putin e quelle di Erdogan, a tal proposito Graziano in un’intervista a Repubblica afferma: “Attori statuali come Russia e Turchia che operano al di fuori del quadro delle relazioni internazionali, fuori dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu, sono un problema”.

L’Europa, così come l’Italia, è stata ferma: “Nel passato l’Unione europea ha perso l’occasione di essere più presente, più assertiva, più attiva nello scenario libico che da dieci anni è in crisi dopo la caduta di Gheddafi. Ho vissuto questa crisi da quando è nata, nel 2011, come effetto delle primavere arabe. Una crisi generale che ha provocato cambiamenti potenti, perfino nella Nato. È la crisi più pericolosa, perché collegata a quella più generale del Sahel, che preme direttamente sulla Libia”, spiega il generale.

L’Europa non ha saputo quindi intervenire in un territorio molto delicato come quello libico: “Al momento giusto l’Europa non è riuscita a coagulare una risposta di supporto al processo di peace building in Libia che tenesse all’esterno altre interferenze. Gli spazi lasciati liberi dalla comunità internazionale sono stati occupati da attori come Turchia e Russia che non hanno seguito tutte le regole della comunità internazionale e hanno cristallizzato la situazione attuale nel Paese”.

L’Europa è intervenuta in Libia con la missione Irini, sollecitata dall’Italia, ma che per molti è inefficace: “Io dico che non c’è una soluzione militare alle crisi, ma non c’è neppure una soluzione senza l’impiego della forza militare, se non altro come deterrenza, come contributo al negoziato”, sostiene Graziano.

L’Italia ha un ruolo centrale e strategico nel Mediterraneo e, come spiega il generale nell’intervista a Repubblica, “semplicemente deve continuare a fare pressioni, a mobilitare le sue risorse politiche e diplomatiche. In maniera continua”.

Il presidente del Comitato militare dell’Ue mette poi in guardia dalla vera sfida per l’Europa: “Io ho sempre detto che il Sahel è la vera frontiera meridionale dell’Europa. Quella è un’area chiave di attenzione europea, decisiva per la nostra sicurezza. È collegata con la Libia e trasferisce le sue incertezze (migrazioni, traffici, contrabbando armi) al Nord Africa”.

Proprio nel Sahel “c’è da fare moltissimo perché non c’è una soluzione se il problema non si risolve. La Francia richiede il supporto della Ue in una missione integrata per la creazione di un nuovo contesto sociale nella regione. Occorre mantenere le forze e sicuramente accrescerle”.

Redazione

 

 

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