Attualità e politica

‘Ci sono stati strappati gli anni migliori’, il grido di aiuto degli studenti

“Quando tutto è cominciato, avevo 17 anni. Ora sto per compierne 19”, a parlare è uno dei milioni di studenti che ormai da mesi non può vivere la quotidianità con i suoi compagni ed è costretto a passare tutto il tempo a casa, senza poter vedere nessuno.

I giovani sono sempre più alienati, non possono fare sport o vedere un amico. È quello che emerge dalle interviste di Repubblica ad alcuni studenti dell’istituto Machiavelli di Pioltello, in provincia di Milano.

La sensazione dominante è quella di perdersi gli anni migliori. I ragazzi hanno riscoperto ora più che mai il valore sociale e affettivo della scuola. “Se nella prima ondata era totalmente giustificata dall’impreparazione, in questa fase è il segno di come la scuola non sia considerata una priorità, di come non sia stata davvero affrontata la complessità della situazione. Sembra una via di fuga degli adulti”, afferma una di loro.

I ragazzi provano rabbia e disagio, sono molto nervosi e insofferenti. Le sensazioni dominante è quella della privazione del proprio spazio privato, della cameretta che è sempre stata un rifugio ma che ora gli è diventata stretta. “Sento come se mi fossero stati strappati gli anni più belli, esperienze comunque irrecuperabili. La spensieratezza che dovrebbe essere di questa età è stata schiacciata da un peso a tratti insostenibile”, afferma Isabella, un’altra studentessa.

Ma i ragazzi non si perdono d’animo e riescono anche a trovare un lato positivo: “Volendo trovare un aspetto positivo, si può dire che questa stagione abbia svecchiato la scuola italiana. È diventata rapidamente più tecnologica. Come avremmo fatto venti o trent’anni fa?”.

Ma questo non basta per alleviare le difficoltà di tutti gli studenti che aspettano con ansia la fine di questa terribile agonia.

Redazione

 

 

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