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Con il lockdown incremento del +200% nel consumo di alcolici

Il consumo di alcolici è aumentato del +200%, lo dice l’Istituto Superiore della Sanità. Nel 2019 gli italiani che facevano uso di alcol erano 36 milioni, pari al 66% della popolazione, di cui 8.700.000, a rischio dipendenza, dopo il lockdown questi sono saliti a oltre 10milioni. 

Anche la Società italiana di Alcologia ha parlato di un aumento del 15% nelle dipendenze da alcol, con nella metà dei casi anche effetti psico-patologici. Un altro fenomeno che si è diffuso è quello della ricaduta: il 20% delle persone che erano usciti dalla dipendenza, durante i mesi di confinamento sono purtroppo ricascati in questo vortice. Se un anno fa consumavano alcol con età inferiore ai diciotto anni in 800mila, ora anche questi sono aumentati e arrivati a oltre un milione.

Fermiamoci, prima che sia troppo tardi. Se l’individuo si sente un po’ confuso, in difficoltà, triste, alieno dai suoi soliti schemi – usiamo pure la parola depresso: ma non abusiamone – può provare a rifugiarsi nel bere. Sottovalutare il problema porta a gravissime conseguenze”, afferma a Repubblica Gianni Testino, presidente della Società Italiana di Alcologia.

Il nostro cervello tende ad assuefarsi velocemente e da quello che prima era un basso rischio si arriva alla dipendenza molto velocemente e senza neanche accorgersene.

Uno dei fattori che ha influito è anche la pubblicità commerciale. Secondo Testino e la collega Patrizia Balbinot del Centro Alcologico ligure dell’Asl, “si invita al consumo responsabile, e al tempo stesso la pubblicità ci bombarda di inviti a bere, a ordinare buste di cocktail da consumare in casa. I produttori di alcol sostengono di aver ridotto le vendite, ma l’Istituto Superiore della sanità non mente: quel +200% è impressionante”.

Allarma anche la quota giovani. “Il consumo di alcol prima dei 20 anni nel 35-40% dei casi può poi portare a una dipendenza. Invece, se si comincia dopo i 25, la percentuale scende al 10%”, sostengono gli esperti. Ma ad oggi il 48,3% dei maschi e il 40,7% delle femmine della fascia compresa tra i 16 e i 17 anni sono a rischio.

Redazione

 

 

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