Fino ad un anno fa l’Istat aveva calcolato 1,9 milioni di italiani che erano i ‘quasi poveri’ ovvero poco sopra la soglia della sopravvivenza, erano quelle famiglie che riuscivano a cavarsela anche se con qualche difficoltà. Con la dura crisi, però, questi rischiano di entrare nella fascia dei ‘nuovi poveri’ aggiungendosi ai 3 milioni di nuclei che alla fine del 2019 già vivevano in povertà.
Nel 2021 ci saranno così altri 5 milioni e mezzo di italiani in difficoltà, oltre agli 8,8 milioni esistenti, per un totale di 14 milioni.
A essere colpiti sarebbero anche i più giovani: lo scorso anno già 1 milione e 137mila under 18 erano in condizione di povertà assoluta con limitato accesso alle cure e all’istruzione. Con la chiusura prolungata delle scuole, questo numero è destinato ad aumentare: molti bambini hanno bisogno della scuola non solo per imparare ma anche perché quella è l’unica occasione di avere un pasto completo.
La Caritas nel suo rapporto annuale del 2020 ha mostrato come circa la metà delle persone che si sono rivolte per avere un pasto caldo in questi mesi lo ha fatto per la prima volta. Lo scorso anno ‘i nuovi poveri’ erano neanche un terzo di quelli di quest’anno. Tra marzo e aprile la Caritas ha registrato 446mila richieste di aiuto. La gran parte sono italiani, contrariamente al solito trend secondo cui sono principalmente gli stranieri che chiedono un sostegno. Sono italiani working poor, lavoratori autonomi, stagionali, con famiglie e mutui a carico. Hanno bisogno non solo di cibo, ma anche di un pc o della connessione per permettere ai figli di seguire le lezioni a distanza.
Censis parla di 5 milioni di italiani che non potranno permettersi di festeggiare il Natale, improbabile per loro pensare ad un cenone o ad un brindisi. Almeno 600mila finiranno in povertà assoluta sommati ai 4,6 milioni esistenti. Chi nel dicembre 2019 aveva un reddito di 900 euro, ora se lo ritrova ridotto di un terzo.
