EconomiaFINANZA

Con la pandemia 199 miliardi andati in fumo nell’industria culturale

L’industria culturale è stata duramente colpita dalla pandemia. Il 2019 ha generato un volume d’affari pari a 643 miliardi di euro che si è ridotto a 444 miliardi nel 2020. Sono andati persi ben 199 miliardi con un calo del fatturato del 31%. E’ stato il settore è il più colpito dopo il trasporto aereo, ha fatto peggio del turismo e dell’automotive (rispettivamente -27% e -25%).

Come racconta il Sole 24 Ore, l’analisi condotta da EY rileva che le imprese culturali e creative (Icc) valgono il 4,4% del pil europeo e impiegano più di 7,6 miliardi di persone. Nel 2018 hanno contribuito a creare 800mila nuovi posti di lavoro (+10%) per autori, artisti e interpreti, e gli incassi hanno fatto un balzo in avanti del 17% (una crescita pari a 93 miliardi di euro).

Con la pandemia questo trend positivo si è bruscamente interrotto. A essere maggiormente colpiti i settori di: performing art e spettacolo (-90%), musica (-76%), arti visive (-38%), pubblicità (-28%), architettura (-32%), libri (-25%), audiovisivo (-22%), radio (-20%). L’unico settore che si salva è quello dei videogiochi, che ha registrato una crescita del 2% con 2 miliardi di volume di affari.

La filiera è composta principalmente da piccole aziende e da lavoratori autonomi e la spesa dei consumatori per i prodotti digitali non compensa le perdite. Prima o poi i luoghi della cultura, come cinema e teatri riapriranno, ma purtroppo non tutti avranno i mezzi per farlo.

Redazione

 

 

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