Internazionale

Afghanistan, uccise tre doppiatrici di serie tv “blasfeme” per i gruppi jihadisti

Mursal Habibi, Shahnaz e Saadia erano tre giovani impiegate, tra i 18 e i 20 anni, della televisione privata di Jalalabad, la città afghana al confine con il Pakistan, nel mirino di gruppi jihadisti. Ieri pomeriggio due uomini armati hanno aperto il fuoco e le hanno uccise, una quarta è in gravi condizioni.

Erano tutte doppiatrici e lavoravano da almeno quattro anni nella televisione afghana e già l’intelligence aveva messo in guardia da possibili attacchi contro l’emittente. Il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha negato il loro coinvolgimento nell’attacco, ma nell’area sono presenti anche il Network Haqqani e l’Isis, che già a dicembre aveva rivendicato l’uccisione di un’altra impiegata di Enikass tv.

Come racconta La Stampa, le donne sono state freddate perché hanno doppiato le serie turche e indiane, molto seguite in Afghanistan, ma che sono considerate blasfeme dagli jihadisti. Dietro questo attacco potrebbe anche esserci un messaggio minatorio rivolto a tutti i media: negli ultimi sei mesi sono state uccise 14 persone che lavoravano nei media a diverso titolo.

Le violenze sono aumentate dopo gli accordi tra gli Stati Uniti e i talebani, raggiunti un anno fa a Doha, e che prevedevano il ritiro delle truppe occidentali e la formazione di un governo di unità nazionale che lavorasse per la pacificazione del paese. Gli jihadisti hanno quindi deciso di approfittare di questa “libertà” concessagli e le violenze non hanno fatto altro che aumentare.

Redazione

 

 

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