In occasione della settima edizione della Scuola “The Young Hope”, svoltasi a Roma, il 30 settembre 2025, il Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, intervistata da Annalisa Chirico ha dichiarato: “Noi abbiamo fatto due leggi importanti. Una che mirava proprio alla prevenzione, grazie alla quale l’uso del braccialetto elettronico è diventato massivo. Prima era la magistratura a decidere se applicarlo, ora funziona all’inverso: se non si applica il braccialetto bisogna motivare il perché. Abbiamo introdotto queste nuove norme potenziando tutte le misure che potevano esserci. C’è ad esempio anche l’ammonimento, che nei casi più lievi può essere risolutivo. E inoltre la previsione di tempi certi per l’assunzione delle misure precauzionali. Abbiamo poi proposto la tipizzazione del reato di femminicidio, ed è previsto fra l’altro che se il braccialetto elettronico non si può utilizzare o la persona violenza lo manomette ci può essere il carcere. Il punto fondamentale è la formazione di tutti coloro che hanno a che fare con la violenza sulle donne: personale sanitario, forze dell’ordine, magistrati. Si deve imparare a riconoscere la violenza e il rischio che è misurabile attraverso criteri. Per questo serve la formazione specifica”.
Ha poi aggiunto in una nota: “Cosa significa il gender? Significa che mantenendo un corpo da uomo tu puoi dichiararti donna ed entrare nelle carceri femminili. Ad esempio in Canada è successo che gruppi di detenuti maschi si siano sentiti improvvisamente donna per entrare nelle carceri femminili. Ho letto alcune lettere delle detenute canadesi ed erano terribili. Dopo aver fatto tante battaglie femminili – come le manifestazioni “riprendiamoci la notte” – poi ci troviamo che gli spazi di pari opportunità vengono occupati da uomini che si definiscono donna”.
In conclusione, ha dichiarato: “Uccidere una donna non è più grave che uccidere un uomo. Ma c’è una diversità, che leggiamo nei numeri. Le donne vengono uccise dagli uomini perché vogliono affermare la propria autonomia. Il femminicidio è esemplare nel caso di Saman Abbas: il fratello non sarebbe stato ucciso. E’ lei che disobbedisce alle leggi patriarcali e allora viene uccisa. Tu vieni uccisa in quanto donna. E’ intollerabile la tua libertà”.