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L’Ue verso la flessibilità sul target climatico al 2040

Dopo numerosi rinvii, la Commissione Ue si prepara a presentare a giugno la proposta legislativa sul target climatico al 2040. Pur confermando l’obiettivo di ridurre del 90% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, Bruxelles offrirà ai governi una serie di opzioni di flessibilità. (Ansa)

Al vaglio, a quanto si apprende, l’inclusione di meccanismi di compensazione internazionale del carbonio – ispirati all’articolo 6 dell’accordo di Parigi – che permettono ai Paesi di collaborare volontariamente per raggiungere i propri obiettivi climatici.
Tra le opzioni, anche il riconoscimento delle rimozioni ‘naturali’ di CO2 ottenute grazie all’assorbimento da parte di suolo, agricoltura e foreste.

Si tratta dello lo stesso approccio adottato quattro anni fa per il target del 55% di riduzione delle emissioni entro il 2030, che grazie alle flessibilità si traduce in una riduzione effettiva del 52,8%.

Con queste misure, la Commissione europea punta a superare le resistenze emerse sia tra alcuni Stati membri che all’interno del Parlamento europeo, in particolare dal Partito popolare europeo (Ppe), che nei mesi scorsi hanno giudicato il target climatico troppo ambizioso. Le pressioni hanno spinto il commissario al Clima, Wopke Hoekstra, a rinviare la proposta legislativa – inizialmente prevista per il primo trimestre dell’anno — e ad avviare un ciclo di consultazioni con i governi. L’Italia è tra i Paesi che ha chiesto a Bruxelles di valutare un target all’80 o all’85%, considerandolo “in linea” con l’obiettivo di neutralità climatica entro metà secolo. A sostegno del target più alto, il Consiglio scientifico dell’Ue sui cambiamenti climatici ha raccomandato una riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990.

Redazione

 

 

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