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Birol (Iea): “L’Europa supererà questo inverno, il prossimo sarà più duro”

Il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia Fatih Birol, sulla crisi energetica europea, è tornato a parlare ai microfoni di Repubblica lanciando un appello ai Paesi europei per il prossimo inverno “occorreranno anche solidarietà e lungimiranza”.

Secondo Birol “I Paesi europei affronteranno l’inverno senza importanti interruzioni di rifornimenti e senza blackout, perché gli stoccaggi di gas hanno raggiunto circa il 90%. Quindi, in assenza di una significativa interruzione delle forniture, si dovrebbe arrivare a febbraio o marzo usando le scorte”.

E in caso di interruzione grave? “Ci sono due possibili scenari. Il primo è una risposta solidale, in cui i Paesi dell’Unione si aiutano e sostengono reciprocamente. Ma c’è il rischio che i Paesi agiscano solo per difendere i propri interessi domestici. Se questo dovesse accadere, le implicazioni per l’Europa andrebbero ben oltre la questione energetica. Quindi il mio messaggio principale sarà che la solidarietà energetica tra i Paesi europei è fondamentale”, ha detto.

L’allarme che lancia però, è per il prossimo inverno: “Le nostre stime ci dicono che a febbraio 2023 gli stoccaggi saranno passati dal 90 al 25-20%. E allora la domanda è: come agirà l’Europa nel 2023 per riempirli e affrontare l’inverno 2023-2024? Quest’anno agli stoccaggi ha contribuito anche il gas che ancora arrivava dalla Russia. Inoltre la Cina nel 2022 ne ha acquistato meno del previsto, ma l’anno prossimo potrebbe esserci una ripresa economica e la domanda da Pechino potrebbe tornare a far crescere il prezzo per gli europei”.

Infine, sul price cap proposto dall’Italia, dice: “Richiede grande attenzione alla dinamica dei prezzi. Da un lato li si vuole tenere bassi per proteggere consumatori e aziende. Dall’altro però non possono essere troppo bassi, altrimenti l’Europa rischia di non essere più competitiva come acquirente di gas naturale liquefatto sui mercati internazionali. Trovare un equilibrio tra queste due necessità è molto delicato e spiega lo stallo europeo”.

Redazione

 

 

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