Marcello Cattani, presidente di Farmindustria e numero uno di Sanofi Italia, al Corriere della Sera, risponde alle apprensioni che arrivano da Bruxelles su una nuova legislazione farmaceutica “che ha degli elementi preoccupanti che potrebbero agire su una riduzione della durata dei brevetti” e “con il rischio di rendere le malattie più rare senza una terapia”.
Cattani, nell’intervista, dichiara che “L’Europa ha perso la sfida della ricerca e dell’innovazione negli ultimi vent’anni. Serve un cambiamento di visione delle regole che riconoscano davvero il valore dell’innovazione farmaceutica e dell’intera filiera”.
E sulle accuse dell’arricchimento del mondo del pharma durante la pandemia dice: “E’ una visione completamente distorta. Come lo è la retorica populista che vedrebbe il nostro comparto godere di extraprofitti”.
E continua: “Il nostro comparto vive una dimensione globale. Ora servono regole flessibili e uniformi nel rendere l’Europa e l’Italia più attrattive. Occorre dedicare più risorse alla farmaceutica riconoscendo l’importanza dei farmaci innovativi e la valorizzazione di tutti i farmaci senza tagli di prezzi”.
Per il presidente di Farmindustria “c’è l’urgente bisogno di definire una strategia nazionale che governi in maniera organica le politiche farmaceutiche, per rendere omogeneo il ruolo delle Regioni nelle regolazioni delle prestazioni sanitarie e nel garantire l’accesso uniforme ai medicinali. Farmaci negati, impossibilità di fare particolari esami diagnostici che inducono a fenomeni di migrazione sanitaria, per questo serve una cabina di regia che metta tutti allo stesso tavolo”.
È “una urgenza che abbiamo e della quale si parla troppo poco”, aggiunge, e che “dobbiamo adeguare le risorse professionali e la formazione alle nuove competenze legate alla connected care. Perché i migliori professionisti sanitari saranno attratti dal contesto più competitivo. E il nostro sistema Paese rischia di farseli sottrarre” conclude.