Internazionale

Ritrovate le spoglie di Al Asaad, l’archeologo che non si piegò all’Isis

Con ogni probabilità le spoglie ritrovate dai militari siriani nei pressi di Palmira sono di Khaled Al Asaad, archeologo appassionato e di fama internazionale, sempre pronto a difendere il patrimonio del Medio-Oriente.

Si è rifiutato di collaborare con i miliziani dell’Isis e per questo è stato ucciso nell’agosto del 2015. Era stato catturato dopo che i militari avevano invaso il museo di Mosul e i principali siti archeologici tra Iraq e Siria e lui aveva rifiutato di andarsene. Non voleva abbandonare statue, templi e strade lastricate anche se era consapevole che la sua presenza avrebbe ostacolato l’azione degli jihadisti.

Come racconta Repubblica, quando è stato catturato, si è rifiutato di riferire dove fossero i reperti di maggior valore. Gli assassini lo hanno ucciso e poi hanno diffuso la foto del suo corpo inerme legato ad un palo con un foglio con scritto “dittatore dell’idolatria”.

La sua morte ha sconvolto l’opinione pubblica e attestati di stima e disdegno per quanto successo sono arrivati da tutto il mondo, da Washington a Pechino, da Mosca a Berlino. Anche da Roma, dove era di casa: il presidente Mattarella gli ha dedicato “alla memoria” l’area degli Arsenali della Repubblica di Pisa, appena restaurati.

Ora solo il test del dna potrà confermare l’identità di Khaled Al Asaad, l’uomo che non si è voluto piegare alla violenza e alla brutalità dell’Isis.

Redazione

 

 

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