Attualità e politica

Calo nascite: perché è importante fare figli

Nell’articolo di copertina dello Spectator, e riportato integralmente sul Foglio, la scrittrice Madeleine Kearns mette in luce le ragioni e gli effetti del calo delle nascite: “Nel XX le scuole insegnavano ai giovani a stare tranquilli e ad andare avanti. Oggi insegnamo loro a entrare nel panico”.

“Le donne e gli uomini che avrebbero potuto mettere su famiglia sono preoccupati dagli effetti degli umani sull’ambiente al punto da non capire che non c’è mai stato un momento migliore per fare figli. Il crollo dei tassi di nascita è, soprattutto, un segno che un paese sta diventando più ricco: quando aumentano gli stipendi, tendono a diminuire le dimensioni dei nuclei familiari”. 

Kearns ha sottolineato come un sondaggio tra i giovani abbia rilevato che, tra le principali ragioni alla base della mancata inclinazione a fare figli rispetto al passato, ci sarebbero le preoccupazioni sul cambiamento climatico. Timori che, dice Kearns, “sono per lo più infondati”. “I bambini nati oggi vivono delle vite più lunghe e migliori rispetto alle generazioni precedenti. Avranno un’istruzione migliore e meno problemi di salute, e faranno dei lavori più gratificanti di ciò che i loro avi potevano sognare”.

“Ciò che davvero metterebbe in pericolo la sopravvivenza della nostra specie”, osserva Kearns, “è se smettessimo di riprodurci. Questa è un’epoca in cui le più grandi minacce per la società sono un basso indice di natalità, una demografia sbilanciata e una società sempre più vecchia”. E conclude: “Chi vive nel mondo sviluppato è tra le persone più fortunate ad avere mai vissuto, e ci sono buone possibilità che la generazione che verrà dopo di noi sarà ancora più fortunata”.

Redazione

 

 

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