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La ricerca inglese per i tamponi alternativi: si usa la superficie dello smartphone

Sulla rivista scientifica eLife è stato pubblicato uno studio del dottor Rodrigo Young, dell’Istituto di Oftalmologia dell’Ucl, secondo cui i tamponi possono farsi in modo alternativo, sfruttando gli schermi degli smartphone. Si tratta di un test ambientale, che usa le superfici dei cellulari e che ha rilevato il virus sui telefoni dell’81-100% delle persone positive.

Come racconta Il Giornale, il test PoST (Phone Screen Testing) richiede meno di un minuto e non ha bisogno di personale medico. Potrebbe essere usato su larga scala e in grandi strutture, permettendo un tracciamento più efficace. I costi verrebbero così ridotti e il test sarebbe meno fastidioso, spingendo le persone a controllarsi più spesso. Una volta effettuato il tampone, i risultati sono consegnati tramite sms, riducendo il contatto.

“Mi preoccupava l’impatto economico e sociale che la pandemia avrebbe lasciato alle spalle, soprattutto nei Paesi a basso reddito. Sapevamo che l’unico modo efficace per fermare la diffusione è testare regolarmente il maggior numero di persone possibili, ma questo non stava accadendo perché i test erano troppo costosi e scomodi. Con il nostro studio abbiamo subito capito che il PoST è qualcosa di speciale: è un metodo che non solo renderebbe molto più semplice il test di massa ma potrebbe anche essere utilizzato, per contenere focolai di nuovi virus ed evitare future pandemie”, spiega il dottor Young.

Attualmente la tecnologia è in fase di sviluppo da parte di Diagnosis Biotech.

Redazione

 

 

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