Nei loro investimenti i tedeschi sono ancora influenzati da vecchie credenze e pregiudizi antisemiti secondo cui gli ebrei sono avidi e disonesti che cercano in tutti i modi di moltiplicare i soldi. È quanto emerge dallo studio di due economisti tedeschi Raphael Max (Technische Universitaet, Monaco) e Matthias Uhl (Technische Hochschule, Ingolstadt) in un paper appena pubblicato.
Come si evince dallo studio, se un investimento viene proposto da qualcuno con un cognome ebreo, è considerato più immorale che se viene suggerito da qualcuno con un cognome cristiano. I giovani investitori tedeschi di MTurkers, per esempio, tendono a giudicare immorale un’operazione se il cognome è ebraico.
Come racconta Repubblica, uno degli autori del saggio, Raphael Max spiega: “la moralizzazione in assenza di una teoria chiara etica su cos’è un investimento anti etico può scatenare una logica da branco. Mentre la morale può indurre a una maggiore coerenza all’interno di un gruppo (ad esempio migliorando la collaborazione), può anche acuire il conflitto con un gruppo esterno”.