Attualità e politica

Palù: “Il richiamo con AZ è sicuro. La seconda dose può essere ritardata”

“Siamo in guerra contro un nemico terribile, non possiamo ragionare come se vivessimo nella normalità”, lo dichiara il virologo, presidente dell’Aifa, Giorgio Palù.

I recenti casi di trombosi avvenuti in seguito all’iniezione del siero AstraZeneca hanno destabilizzato molti italiani che, in un caso su cinque, rinunciano al vaccino anglo-svedese: “I circa 200 casi di trombosi, molto infrequenti, segnalati dopo la prima somministrazione di AstraZeneca in soggetti giovani, hanno spinto ad alzare la guardia. L’incidenza di tali effetti avversi è comunque estremamente rara, 1 caso su oltre 100.000 vaccinati, tanto che né l’agenzia Ema né l’Oms hanno posto restrizioni”, spiega Palù in un’intervista al Corriere della Sera.

Francia e Germania hanno deciso di mixare i vaccini e inoculare la dose del richiamo con un siero diverso da AstraZeneca: “Il timore è che un individuo dopo la prima dose possa aver ricevuto uno stimolo, che però non ha avuto conseguenze, e che la seconda iniezione possa riattivare quel meccanismo con esiti drammatici. Siamo sul campo delle ipotesi. Non c’è alcuna evidenza di eventi avversi scatenati dal richiamo”.

Sui vari cambi di passo intorno al siero anglo-svedese, che hanno destabilizzato i cittadini e rischiato di minare l’andamento della campagna vaccinale, Palù spiega: “Quando un vaccino passa dalla sperimentazione su poche decine di migliaia di persone all’applicazione sul campo con decine di milioni, le evidenze possono consolidarsi e i piani subire modifiche. Non ci basiamo su opinioni ma su dati pubblicati. Nuove ricerche indicano che la seconda dose può essere ritardata. Così è accaduto per il vaccino AstraZeneca: la seconda dose viene praticata nel corso della dodicesima settimana”.

L’obiettivo ora è immunizzare quante più persone possibili, posticipando la seconda iniezione: “In linea teorica sarebbe meglio rispettare l’intervallo di tempo tra le due dosi. Ma dobbiamo correre ai ripari. C’è carenza di vaccini e bisogna proteggere il più alto numero di cittadini: anche poche settimane guadagnate ritardando la seconda dose sono utili”.

Redazione

 

 

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