Attualità e politica

Palù (Aifa): ‘I monoclonali sono un salvavita. Serve provvedimento d’urgenza’

“Il contributo giornaliero di vite umane pagato ancora oggi dall’Italia e la difficoltà di intravvedere la possibilità di ottenere l’immunità di gregge con la somministrazione di vaccini spinge a considerare un approccio integrato di prevenzione e terapie efficaci”, lo afferma il presidente dell’Aifa Giorgio Palù.

È il primo sostenitore degli anticorpi monoclonali che l’Ema ancora si riserva di approvare in attesa di ulteriori studi. È proprio Palù che ha chiesto al ministro della Salute Speranza di procedere con un provvedimento di urgenza bypassando la stessa Aifa: “È assolutamente ragionevole valutare anche da noi, come hanno fatto altri Paesi (Usa, Canada Germania, Israele e Ungheria) un provvedimento d’urgenza che autorizzi la temporanea distribuzione dei monoclonali per i quali al momento non è stata rilasciata l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte di Ema, l’agenzia europea”, afferma al Corriere della Sera.

Gli anticorpi monoclonali hanno dimostrato, come nel caso di Trump, di poter immunizzare velocemente il virus: “Gli anticorpi hanno un chiaro e definito meccanismo d’azione contro il virus perché bloccano il suo ingresso nella cellula in modo molto potente. L’effetto finale di questo stop è la neutralizzazione dell’infettività del Sars-CoV-2. Attualmente abbiamo 6 anticorpi in fase finale della sperimentazione o già autorizzati tra i quali il cosiddetto Trump Cocktail. Molti altri sono in fase 2,56 in studio preclinico e altri 60 in fase di discovery”.

“Riducono il rischio di ricovero del 72-83% – continua il virologo – per alcuni di essi se dati nella fase iniziale della malattia, a 72 ore dalla comparsa dei sintomi, quando la carica virale è massima, altrimenti sono inutili. Alcuni hanno mostrato una protezione del 70% da mortalità e/o ricovero. Sono un salvavita”.

Sugli alti costi delle dosi, Palù ha le idee chiare: “Basta un’unica somministrazione di anticorpi monoclonali. Risparmieremmo sulle spese ospedaliere. Un ricovero ordinario costa oltre 1.000 euro al giorno, un posto in rianimazione cinque volte di più. La vita umana non ha prezzo”.

Redazione

 

 

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