Internazionale

La Cina chiude l’anno con il +2,3%

La Cina ha chiuso l’anno con un incremento del pil del 2,3%, il più basso dal 1976. Nonostante i mesi durissimi della pandemia (nel primo trimestre a causa del lockdown aveva registrato il -6,8%), è riuscita a ripartire, configurandosi come unica potenza mondiale a chiudere l’anno in positivo.

Lo ha reso noto l’Ufficio Statistiche di Pechino: dopo un inizio in negativo, da ottobre a dicembre il pil del Dragone ha registrato un +6,8%. Tra gli elementi fondamentali, la facoltà data dal governo alle province di emettere debito per investire in infrastrutture ed edilizia. A beneficiarne il comparto industriale che ha registrato un +7,1% nel quarto trimestre.

La chiave di volta è stato l’approvvigionamento di mascherine e dispositivi di sicurezza e sanitari da parte di tutto il resto del mondo che ha trovato nella Cina il fornitore numero uno.

Guardando ai consumi interni, invece, si può notare che questi sono andati più a rilento, a dimostrazione che anche i cittadini cinesi hanno subito il blocco delle attività. I consumi nell’ultimo trimestre 2020 si sono fermati a +4,6%. Per la prima volta dal 1968 hanno chiuso l’anno in negativo (-3,9%), come racconta Repubblica.

Redazione

 

 

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