Attualità e politica

Pier Silvio Berlusconi: ‘Faremo il polo europeo della tv gratuita’

“La verità è che la tv generalista ha sempre avuto, e anzi ha aumentato, la sua centralità. Sia come mezzo di informazione, in termini di affidabilità, sia come palcoscenico d’intrattenimento per avere anche delle pause leggere in un periodo così difficile. Tutta la tv italiana ha aumentato gli ascolti, ma noi di Mediaset abbiamo anche guadagnato quote”, lo afferma Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente esecutivo e ceo del gruppo delle tv.

Il 2020 lo definisce un anno terribile, in cui però Mediaset ha mostrato tutta la sua forza e ha saputo rialzarsi: “Dopo i primi mesi dell’anno pensavamo di poter solo limitare le perdite. Ci siamo mossi alla velocità della luce: con decisione e orgoglio tutta la nostra azienda ha capito il momento eccezionale. E ora potremmo chiudere l’anno addirittura con un utile importante, forse sorprendente. Abbiamo migliorato di oltre 260 milioni di euro le previsioni del budget costi del Gruppo”, afferma al Corriere della Sera.

Non si preoccupa della concorrenza delle piattaforme digitali come Netflix: “Loro non raccolgono pubblicità, hanno un modello di business diverso da quello di noi editori classici. Li vediamo come complementari. Con la loro offerta toglieranno certamente un po’ di tempo di attenzione ai giornali, alle tv e ai libri…Ma la tv generalista serve piatti caldi da consumare in diretta. Loro sono una dispensa con prodotti preconfezionati sempre disponibili, noi viviamo del qui e adesso”. Ciò che invece andrebbe regolato sono per Berlusconi Junior ‘i mostri del web’. “Facebook, Google e altri social che sfuggono a qualsiasi controllo fiscale e di trasparenza. Raccolgono pubblicità a tappeto ma non rendono pubblici i loro dati, danneggiano tutti i media. Vorremmo solo che fossero uguali a noi, o noi uguali a loro: stessi diritti ma anche stessi doveri”.

I ricorsi di Vivendi non hanno scalfito il desiderio di Mediaset: creare un polo paneuropeo della tv gratuita. “Sono orgoglioso che sarà un’azienda italiana a farlo. Serve un player di dimensioni sufficienti per rimanere in partita con i giganti americani: da solo, nessuno in Europa ce la farà. E se Vivendi non ci avesse bloccato, avremmo già realizzato la fusione con la Spagna e inserito anche la partecipazione in ProsiebenSat1. O forse saremmo già al livello successivo di integrazione internazionale. Ma la cosa certa è che non vogliamo e non possiamo più perdere tempo”.

Redazione

 

 

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