Nel 1900 i cristiani in Medio Oriente rappresentavano il 12,7% della popolazione, oggi sono il 4,2% e la previsione è che nel 2050 scenderanno al 3,7%. Tra le cause principali, le guerre, le persecuzioni e la mancanza di un futuro economico stabile.
In Iraq prima del 2003 vivevano un milione e 200mila cristiani, che si sono ridotti a 300mila dopo la guerra di Bush. Dopo il genocidio dell’Isis, dal 2014 al 2017, sono scesi ulteriormente a 120mila, come riporta Repubblica.
Solo tra il 9 e il 10 giugno 2014, i miliziani di Al Bagdadi riuscirono a far fuggire più di 20mila soldati dell’esercito federale iracheno e attaccarono sciiti e cristiani. Da Mosul in poche ore scapparono 35mila cristiani verso la vicina cittadina della Piana di Ninive, che però è caduta il 6 agosto dello stesso anno.
Stessa sorte in Siria dove prima della guerra civile i cristiani erano oltre 1 milione e 200mila. Oggi vivono in queste aree circa 500mila cristiani.
In Libano con le tensioni dovute alla guerra civile, alla crisi economica e poi all’espansione di Hezbollah, i cristiani hanno scelto la via della fuga, verso la Francia, l’Europa e gli Stati Uniti.
