Armenia e Azerbaigian mettono fine al conflitto in Nagorno-Karabakh con l’intervento di Putin. L’accordo prevede che i combattenti si fermino dove sono, la Russia invierà duemila peacekeeper e ci sarà lo scambio dei prigionieri.
Il conflitto va avanti dal 1992, dopo il crollo dell’Urss. Si sono già susseguiti tre cessate il fuoco, tutti falliti.
A Baku la popolazione era in festa, mentre il primo ministro armeno Pashinyan parla di una firma molto dolorosa, che sa più di fallimento. Il leader è accusato di aver gestito molto male il conflitto, pagando anche il mancato invio di armi da parte di Putin.
La pace arriva dopo 1.400 morti in sei settimane. Per il leader del Cremlino, sarà una pace duratura, di almeno cinque anni, in cui la Russia invierà 1.960 soldati e 400 mezzi.