Internazionale

Per l’Onu a vigilare sui diritti umani Cina, Cuba, Bolivia e Russia

Ieri Cina, Cuba, Bolivia e Russia sono entrate a far parte del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Rimasta esclusa l’Arabia Saudita, arrivata ultima tra i cinque seggi del gruppo Asia-Pacifico.

I paesi resteranno in carica per tre anni e dovranno vigilare sul rispetto delle libertà nel mondo. I seggi sono assegnati su base geografica per far sì che ogni area possa avere i proprio rappresentanti a vigilare.

Scelte che fanno discutere. A Pechino l’esecutivo è storicamente molto duro nei confronti dei dissidenti politici, come dimostrano le repressioni delle manifestazioni pro-democrazia di Hong Kong. A Cuba, il governo è stato più volte accusato di violazioni di diritti umani.

Anche la Russia non è nota per essere un baluardo della democrazia.

Resta fuori l’Arabia Saudita che sperava di mettere nell’ombra gli ultimi anni, segnati dall’uccisione del giornalista Khashoggi nel consolato saudita di Istanbul da un commando di Riad.

Il Consiglio dell’Onu nasce nel 2006 per sostituire il precedente organo accusato di subire le influenze di Paesi forti, ma non rispettosi dei diritti umani. Ancora una volta, però, l’Onu sembra ripetere lo stesso errore del passato.

Redazione

 

 

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