Attualità e politica

Frodi Ue, nel 2022 crescono casi e importi, ma sotto la media del quinquennio

Crescono, rispetto al 2021, i casi italiani di irregolarità e frode nei confronti dell’Unione Europea, anche se restano inferiori alla media dell’ultimo quinquennio e comunque irrilevanti rispetto alle dimensioni della politica di coesione: sono state 514 le segnalazioni trasmesse nel 2022 all’Olaf, l’Ufficio europeo antifrode, dalle autorità italiane, il 6,86% in più dell’anno precedente. Per la gran parte (461) si tratta di irregolarità, violazioni non intenzionali e dunque meno gravi delle frodi (53 casi, pari al 10,31% del totale). (Sole 24 Ore)

Sul piano finanziario, l’importo coinvolto è aumentato ancora di più, del 30,32%, passando dai 55,06 milioni del 2021 ai 71,76 milioni del 2022. Un disallineamento – sottolinea la Relazione annuale appena trasmessa al Parlamento dal Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Ue (Colaf) – che «può stare a indicare una aumentata capacità dei diversi organi deputati all’attività di controllo e di audit di mirare meglio le attività ispettive», grazie a una più efficace preventiva valutazione del rischio.

Le 234 pagine della relazione, che illustrano anche la Strategia nazionale antifrode, sono state presentate a porte chiuse nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio dal ministro per gli Affari europei, il Pnrr, il Sud e le Politiche di coesione, Raffaele Fitto, e dal generale di divisione Stefano Screpanti, comandante del nucleo della Guardia di finanza per la repressione delle frodi nei confronti dell’Ue presso il Dipartimento per gli Affari europei. Per il Parlamento sono intervenuti la deputata Annarita Patriarca, a nome del presidente della Camera, e il senatore Giuliomaria Terzi di Sant’Agat a, presidente della commissione Politiche Ue di Palazzo Madama.

In linea con la tendenza emersa a livello europeo, la gran parte delle segnalazioni in Italia riguarda la politica agricola comune (307 casi, pari a quasi il 60% del totale), seguita dalla politica di coesione e pesca (111, il 21,6%) e dal settore delle risorse proprie, quello relativo alle entrate del bilancio Ue (96 casi, il 18,7% del totale). Gli importi sono cresciuti per tutte le tipologie, ma più marcatamente per la politica di coesione e pesca (+33,22%), che totalizza nel 2022 segnalazioni per 23,75 milioni, avvicinandosi ai 26,31 milioni (+25,46%) della politica agricola comune. Terza, per valore finanziario, l’area delle risorse proprie: 21,7 milioni (+32,86%).

Come già ricordato, i dati 2022 si attestano comunque al di sotto del valore medio degli ultimi cinque anni, sia nei numeri assoluti (514 casi versus 647) sia negli importi (71,76 milioni contro 83,5 milioni). Per numero di casi, l’Italia nel 2022 è al nono posto nell’Ue con un’incidenza del 4,5% sul totale, in una classifica che vede svettare la Germania con 1.878 segnalazioni su 11.431, seguita da Polonia e Spagna, e chiudere il Lussemburgo.

Guardando agli importi, nell’intera Unione irregolarità e frodi segnalate all’Olaf valgono 1,66 miliardi, di cui 782 milioni relativi alle risorse proprie e 676,5 milioni alla politica di coesione e pesca, con il Belgio primo della lista (373,5 milioni, il 22,4% del totale), seguito da Polonia (215,6 milioni) e Slovacchia (189,7 milioni). L’Italia è sempre nona, con il 4,3% della torta complessiva.

Per i soli fondi strutturali europei, i casi nel 2022 sono stati 105, + 26,5% rispetto al 2021, con la particolarità che si tratta esclusivamente di irregolarità non fraudolente, anche se per otto risultano avviati procedimenti penali il cui esito potrebbe modificare il quadro. L’Italia condivide l’assenza di frodi sui fondi Sie con altri otto Paesi: Belgio, Irlanda, Spagna, Lituania, Lussemburgo, Malta, Austria e Finlandia. Sul piano finanziario, l’importo è di 23,59 milioni (+33,2%). Ma vale lo stesso ragionamento fatto in generale: i dati 2022 rimangono ben al di sotto della media registrata nel quinquennio, tanto per i casi quanto per gli importi. E nel confronto con l’Ue l’Italia è sempre al nono posto.

Sia Fitto sia il generale Screpanti hanno evidenziato l’ottima collaborazione tra autorità italiane ed europee. In particolare, sono state elencate le iniziative assunte dall’Italia e dal Colaf per la corretta applicazione delle raccomandazioni della Commissione per il 2022 sull’attuazione della direttiva sulla protezione degli interessi finanziari del 2017, la collaborazione con la Procura europea, il rafforzamento dell’analisi di rischio e la digitalizzazione della lotta alla frode. «Settori – ha detto Screpanti – in cui l’Italia si pone senz’altro in una posizione di avanguardia». Quanto al Pnrr, sono state richiamate le iniziative nel campo della prevenzione, con le apposite check list elaborate dalla Guardia di Finanza e messe a disposizione delle amministrazioni centrali e locali e di tutti i soggetti attuatori: «Permettono di rilevare autonomamente indici di anomalia utili a evidenziare profili di rischio da sottoporre a più mirati approfondimenti».

Redazione

 

 

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button
Do NOT follow this link or you will be banned from the site!