Non vogliamo diventare “un’azienda energetica: puntiamo a garantirci l’energia che ci serve al miglior prezzo possibile. E lo facciamo non per metterla sul mercato ma per soddisfare i nostri scopi con un occhio puntato sul nostro fabbisogno”. Lo ha detto l’Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato italiane, Stefano Antonio Donnarumma, in un’intervista a “Il Sole 24 Ore”, in occasione dell’aggiornamento del piano strategico 2025-2029.
Le Ferrovie sono il primo consumatore di energia elettrica del Paese con 7,5 terawattora annui, circa il 2 per cento della domanda nazionale. Da qui la scelta di costituire una società ad hoc, Fs Energy, che è presieduta da Massimiliano Garri e guidata da Antonello Giunta, per dirigere lo sviluppo di tutte le attività energetiche del gruppo. Donnarumma ha spiegato che il gruppo abbasserà il costo della bolletta “con un piano sfidante che punta a installare oltre i gigawatt di capacità rinnovabile entro il 2029 (circa 1,5 terawattora in caso di fotovoltaico) per arrivare a raddoppiare questa asticella entro il 2034 (3 TWh di fotovoltaico), ovvero il 40 per cento dei consumi”. Per arrivare a due gigawatt di rinnovabili, ai prezzi attuali, servono almeno 1,3-1,5 miliardi di euro: “Noi pensiamo di coprire soltanto una parte. Il nostro interesse è quello di invitare altri operatori a investire in modo da non distogliere capitale dalla nostra mission, che è quella di far viaggiare i treni. Abbiamo inoltre previsto un costo più basso rispetto al precedente piano”, ha precisato.
“Dei 7.500 gigawattora annui che ci servono – ha illustrato l’ingegnere – 275 GWh annui li abbiamo già contrattualizzati tramite contratti di acquisto di lungo termine. Abbiamo aggiudicato di recente una prima gara pubblica, dal valore totale di 2 miliardi di euro, alla quale seguiranno altre e che ci ha permesso di misurare la risposta del mercato su questo terreno. La gara prevede l’acquisto a prezzo fisso di quel quantitativo con un risparmio del 25 per cento sulla spesa precedente. In soldoni, vuol dire circa 10 milioni su base annua”. I 275 Gwh annui sono stati suddivisi “in cinque lotti assegnati a Enel Energia, Edison Energia e Erg Power. E lo scorso ottobre Edison ha avviato la fornitura complessiva di 450 GWh di energia 100 per cento rinnovabile all’anno (per un periodo di dieci anni a prezzo fisso) destinata a Fs Energy nell’ambito del Ppa (il contratto a lungo termine) off site decennale firmato con il nostro gruppo attraverso Rete ferroviaria italiana (Rfi)”. Altri 400 gigawattora annui “saranno generati tramite impianti fotovoltaici assegnati con una gara in co-sviluppo attualmente in corso”, ha sottolineato. Quanto alla possibilità di aprire all’esterno anche il capitale di Fs Energy, “in prospettiva è una ipotesi assolutamente possibile. Ora, però, puntiamo a costruire delle società di scopo con in pancia pacchetti di progetti anche perché gli investimenti non sono tutti uguali. Ogni pacchetto avrà un suo focus geografico, un conto economico e delle caratteristiche specifiche e in questo modo daremo la possibilità ai potenziali investitori di selezionare l’investimento più in linea con i loro piani. Si tratta di un’operazione che, così com’è stata congegnata, ci consente di accedere a un ampio ventaglio di possibili stakeholder”.
La strategia energetica potrebbe impattare anche sugli oneri: “Certamente. Se arriveremo nel 2034 – ha evidenziato l’Ad di Fs – ai 2 gigawatt pianificati potremo avere energia a costi molto più ridotti degli attuali in modo da compensare quasi completamente quel ristoro. Con un beneficio evidente per le bollette di famiglie e imprese. Insomma, il piano di Fs Energy servirà non solo per migliorare il nostro conto economico, ma prospetticamente per sgravare le bollette da questo carico. Se taglieremo il traguardo dei 2 Gw – ha concluso Donnarumma -, l’incentivo potrebbe, infatti, a quel punto non servire più”.





