EconomiaLE TASCHE DEGLI ITALIANI

Made in Italy: marchi clonati in Cina

Sempre più difficile per le Pmi italiane affermarsi sul mercato cinese, nonostante il Made in Italy sia molto richiesto. Per tutte le aziende del settore calzaturiero o dell’abbigliamento in generale, che vogliono affermarsi nel Dragone, si apre un iter molto complesso di procedure burocratiche con cui rischiano molto spesso di ricevere azioni legali che tendono ad eliminare tutti i marchi italiani.

È prassi diffusa infatti quella di “clonare” i nomi e i simboli italiani con delle versioni molto simili che impediscono al vero made in Italy di inserirsi nel mercato. La verifica dell’anteriorità non è percorribile e dà inizio ad altre lunghissime trafile. Di tutto il settore calzature, l’85% della produzione è destinato all’export ma solo l’1,2% alla Cina.

La prassi è quella di utilizzare il marchio, praticamente identico, e copiare i prodotti e rivenderli in punti vendita abusivi. Queste modalità sono contestate da molte aziende del settore, tra cui quelle marchigiane che assistono a questa “truffa” impotenti da molto tempo. Tutte le prove che portano al Tribunale non sono considerate sufficienti, la giustizia locale tende a sostenere i suoi produttori a discapito di quelli italiani. In alcuni casi succede che il brand italiano possa riappropriarsi del suo marchio, pagando però ingenti somme di denaro.

Redazione

 

 

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