L’intelligenza artificiale sta cominciando a creare problemi sul lavoro ai giovani della generazione Z, in particolare per i ruoli tech. Lo affermano alcuni studi usciti in questi giorni e lo conferma Linkedin, nelle parole del manager responsabile delle opportunità lavorative (chief economic opportunity officer). L’allarme, confermato anche dal report Future of Jobs 2025 del World economic forum (Wef), riguarda soprattutto le figure di entry level. I giovani, di solito: appunto. Anche se non tutti gli esperti concordano su questo problema, è significativo che alcuni nuovi studi convergano sulle stesse conclusioni, certo da guardare con attenzione. Sono rilevanti sia per chi si affaccia al mondo del lavoro o deve valutare un corso di studi sia per le aziende chiamate a prendere decisioni sulle assunzioni da fare. (Sole 24 Ore)
Si veda quanto emerso dalla ricerca appena pubblicata da SignalFire, una società di venture capital basata sui dati che monitora i movimenti lavorativi di oltre 600 milioni di dipendenti e 80 milioni di aziende su LinkedIn.
SignalFire ha notato che nel 2024 le aziende tecnologiche hanno assunto meno neolaureati rispetto al 2023. Un calo 25% nel 2024 rispetto al 2023. Nel frattempo, le assunzioni di laureati nelle startup sono diminuite dell’11% rispetto all’anno precedente.
I lavori entry-level sono suscettibili all’automazione perché spesso comportano attività di routine e a basso rischio che l’IA generativa gestisce bene.
Aziende come Goldman Sachs e Morgan Stanley avevano già preso in considerazione la possibilità di ridurre fino a due terzi le assunzioni di personale junior e di abbassare gli stipendi di quelli assunti perché il lavoro con l’IA non è più così impegnativo come in passato, secondo quanto riportato dal New York Times lo scorso anno.
Al tempo stesso, le aziende tecnologiche hanno ancora più bisogno di professionisti esperti. Secondo il rapporto di SignalFire, hanno aumentato del 27% le assunzioni di professionisti con due-cinque anni di esperienza, mentre le startup hanno assunto il 14% in più di persone con lo stesso livello di anzianità.
Diventa realtà un vecchio paradosso che finora era poco più che una barzelletta – cioè che le aziende vogliono persone con esperienza, ma non permettono ai giovani di farsela, perché non li vogliono assumere.
Certo concorda Raman di Linkedin: l’intelligenza artificiale sta minacciando sempre più quei tipi di lavori che storicamente hanno rappresentato un trampolino di lancio per i giovani lavoratori all’inizio della loro carriera.