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Con il lavoro da remoto, gli uffici diventeranno “luoghi di interazione”

La pandemia ci ha abituati ad una vita in smart working. Ciò ha comportato una trasformazione degli spazi di casa (si è dovuta ricavare una nuova camera da adibire a ufficio) e della mobilità dei lavoratori, ma anche gli uffici dovranno essere ripensati. Si trasformeranno da “luoghi di produzione” a “luoghi di interazione” e la loro struttura dovrà evolversi per rispondere ad una necessità di massimo coinvolgimento dei dipendenti. È la tesi di Manfredi Catella, amministratore delegato e fondatore di Coima, tra i leader in Italia nella gestione di patrimoni immobiliari per conto di investitori istituzionali, tra cui i grattacieli di Unicredit e le torri del Bosco Verticale proprietà Qatar Investment Authority.

Come racconta il Corriere della Sera, da un sondaggio Eurostat, riportato nello studio di Coima, emerge che in Italia la penetrazione del lavoro remoto è del 5%, a fronte di una media europea del 17%. L’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano ha analizzato un campione di 776 imprese e 365 enti della pubblica amministrazione e ha evidenziato che le grandi aziende hanno mostrato una maggiore apertura verso il lavoro in remoto rispetto alle piccole: il 65% di esse lo ha adottato già nel 2020, mentre tra le pmi solo il 30% e nella pa il 23%.

Coima ha analizzato le conseguenze che lo smart working avrà sugli spazi adibiti a ufficio, il cui fabbisogno potrebbe ridursi del 5-10% con un’adozione bassa o media del lavoro remoto, e del 10-30% con un’elevata adozione del lavoro remoto. Gli spazi delle aree comuni potrebbero essere ampliati passando dal 40% al 60% dell’area.

Con questo trend, le società che si occupano di affittare spazi ad uso ufficio punteranno sulla qualità e non sulla quantità. Lo spazio locato sarà evidentemente minore, ma la visibilità, l’accessibilità, la sostenibilità saranno più alte. All’interno degli uffici, ci saranno sempre meno spazi individuali, che saranno invece condivisi con i colleghi, come “centri di esperienze”. I fattori che rimarranno cruciali nella scelta dell’edificio sono: la posizione, la flessibilità e la qualità. Seguono la disponibilità di parcheggi nella zona e di servizi legati alla salute e la presenza di supermercati.

Redazione

 

 

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