L’appuntamento è per il 30 settembre, il giorno della prima asta di Terna per il Macse (mercato a termine degli stoccaggi), il meccanismo competitivo con cui il nostro operatore di sistema si approvvigionerà di 10 GWh di capacità di stoccaggio: il fabbisogno nazionale stimato per il 2028, l’anno di consegna della nuova capacità di accumulo. C’è già stata una prima fase di richiesta di ammissione, conclusa a giugno, mentre ora è il momento dell’inserimento dei progetti sul portale dedicato entro il 17 luglio. (Sole 24 Ore)
L’approvvigionamento riguarderà i sistemi di batterie elettrochimiche, soprattutto nelle regioni meridionali: Terna indica un fabbisogno di massimo 3 GWh nel Centro-Sud, massimo 7 GWh per Sud e Calabria, minimo 0,5 e massimo 1,5 GW per la Sicilia, minimo 0,5 e massimo 1 GW per la Sardegna.
Accanto al mercato della capacità, con cui sempre attraverso le aste Terna si rifornisce di flessibilità – utilizzabile in caso di necessità – per il sistema elettrico riconoscendo agli impianti selezionati un corrispettivo, il Macse è uno strumento più strutturale: i sistemi di accumulo che vinceranno le aste serviranno per stabilizzare la rete e saranno remunerati per questo. Immagazzinando l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili ridurranno fenomeni come l’overgeneration, le congestioni e il curtailment, cioè il taglio della produzione rinnovabile, contribuendo ad adeguatezza e sicurezza del sistema elettrico, anche grazie alla copertura del fabbisogno nelle ore di alto carico o nelle situazioni di scarsa produzione da fonti rinnovabili, come quelle serali.
In vista quindi del Macse, un’iniziativa che non ha eguali negli altri Paesi europei e che assicura flussi di cassa costanti, gli operatori, sia italiani che internazionali, hanno cominciato a muoversi fiutando le opportunità in progetti che spesso non sono ancora costruiti. La valuta pregiata qui è l’avanzamento dell’iter autorizzativo. Mentre per la consegna, come detto, l’anno di destinazione è il 2028.