Nella riunione di politica monetaria del 5 giugno scorso, i membri del consiglio direttivo Bce hanno discusso in che misura il previsto temporaneo undershooting del target di inflazione nei prossimi 18 mesi fosse motivo di preoccupazione. (Sole 24 Ore)
Quanto si legge nelle minute di quella riunione pubblicate oggi dalla Banca centrale europea. “E’ stato espresso il timore – si legge nelle minute – che, a seguito delle revisioni al ribasso dell’inflazione annua sia per il 2025 che per il 2026, l’inflazione sarebbe rimasta al di sotto dell’obiettivo per 18 mesi. Si è sostenuto che il 2026 sarebbe stato un anno importante perché le aspettative di inflazione al di sotto dell’obiettivo avrebbero potuto radicarsi nelle trattative salariali e portare a effetti di secondo impatto negativi. Si è inoltre sostenuto che il rischio di un mancato raggiungimento dell’obiettivo per un periodo prolungato era dovuto non solo ai prezzi dell’energia e al tasso di cambio, ma anche alla debolezza della domanda e al previsto rallentamento della crescita salariale. Inoltre, i tempi e gli effetti dell’espansione fiscale rimanevano incerti”. Allo stesso tempo, e’ stato evidenziato che, “nonostante il mancato raggiungimento dell’obiettivo nel breve termine, dovuto in parte a significativi effetti di base sull’energia amplificati dall’apprezzamento dell’euro, in una prospettiva di medio termine l’inflazione era destinata a mantenersi sostanzialmente intorno al 2%. In considerazione di cio’, era importante non enfatizzare eccessivamente la deviazione al ribasso, soprattutto perché era dovuta principalmente a fattori esterni volatili, facilmente invertibili. Pertanto, il rischio di un prolungato mancato raggiungimento dell’obiettivo di inflazione era considerato limitato, a meno di un brusco deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro”.
