EconomiaLE TASCHE DEGLI ITALIANI

Città più care d’Italia, ecco dove pesa di più l’inflazione: ecco i dati

Secondo quanto rilevato dall’Istituto Nazionale di Statistica, entrando nel dettaglio, l’inflazione ha frenato considerando il mese di maggio, anche grazie all’andamento dei prezzi dei beni energetici, degli alimentari non lavorati e dei servizi relativi ai trasporti. In base a ciò, l’Istat ha rivisto al ribasso i dati provvisori rilevando un calo dello 0,1% dell’indice dei prezzi Nic rispetto ad aprile e un aumento dell’1,6% rispetto a maggio 2024 a fronte dell’1,7% stimato inizialmente. Ad impensierire, però, è l’aumento dei prezzi del carrello della spesa, che comprende quelli dei beni alimentari e dei prodotti per la cura della casa e della persona, che a maggio segnano un +2,7% a fronte del 2,6% di aprile. (Sky TG 24)

In base a quanto comunicato proprio dall’Istat, l’Unione Nazionale Consumatori ha elaborato una classifica delle città più care d’Italia, considerando, come detto, l’aumento del costo della vita. Tra i capoluoghi delle regioni e delle province autonome e i comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti, a maggio l’inflazione più elevata si è osservata a Bolzano, a Napoli e a Venezia (+2,3% tutte e tre le città) seguite da Padova (+2,2%); la più contenuta si registra a Firenze (+1,0%), ad Aosta (+0,9%) e a Parma (+0,8%). A maggio 2025 la crescita tendenziale dei prezzi al consumo è più alta di quella nazionale nel Sud ma comunque in rallentamento dal 2% all’1,9%.

Entrando nel dettaglio, dunque, a Bolzano l’inflazione segna un +2,3% che si traduce in una maggior spesa aggiuntiva, su base annua, pari a 763 euro per una famiglia media. Segue poi Siracusa che, con +3%, fa registrare l’inflazione più alta d’Italia, con un incremento di spesa annuo pari a 695 euro a famiglia. Ecco poi Pistoia che con +2,4% fa registrare la seconda inflazione più elevata del Paese, con un aumento della spesa pari a 649 euro annui per una famiglia tipo. Al quarto posto c’è Venezia che, come accennato, con un’inflazione del 2,3%, registra una stangata pari a 645 euro. Seguono Padova (+2,2%, +606 euro), Rimini (+2,1% e +578 euro), Belluno (+2,2%, +573 euro). E, poi, ancora, Bologna (+2%, +560 euro) e Bergamo (+1,8%, +544 euro). Chiude al decimo posto Arezzo con +541 euro ed un’inflazione del 2%.

Le città meno care, in base ai dati emersi? In testa c’è Olbia-Tempio, dove con +0,8% è stata registrata l’inflazione più bassa d’Italia al pari di Parma e Lodi, con un aumento annuo di 159 euro sulla spesa. Segue poi Sassari con un +0,9% e un maggior costo della vita di 179 euro. In classifica ci sono poi Benevento, +0,9% e +199 euro, Parma (+0,8%, + 220 euro), Novara, Lodi, Brindisi, Caserta e Pisa. Chiude la top ten delle città più economiche, con 249 euro, Aosta (+0,9%).

In virtù di questa indagine, gli esperti dell’Unc sottolineano che la frenata dei prezzi a maggio è una “illusione ottica” considerando che crescono i prezzi per gli acquisti necessari come quelli dei prodotti del carrello della spesa. A conferma del fatto che sono più colpite dalla crescita dei prezzi le fasce più fragili della popolazione. Dal Codacons, tra l’altro, rilevano che sono cresciuti in modo consistente i prezzi dei beni e servizi legati al turismo con un aumento tendenziale dei voli nazionali del 30,8% e del 9,7% per i traghetti. Ma, nonostante il ribasso del tasso generale di inflazione, tutte le voci legate al turismo hanno registrato a maggio una decisa crescita: i prezzi dei voli nazionali, ad esempio, sono rincarati del +30,8% su anno, le tariffe dei traghetti del +9,7%, quelle dei Servizi ricreativi e sportivi (piscine, stabilimenti, palestre, parchi divertimento, ecc.) del +8,3%, i prezzi dei pacchetti vacanza nazionali del +7,2%. Gli alberghi rincarano del +3,3% su anno mentre i listini di case vacanza, b&b e altre strutture ricettive del +5,8%.

Guardando più in generale, è emerso come a maggio l'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, abbia decelerato leggermente con l’indice dei prezzi che passa da +2,1% a +1,9%, così come quella al netto dei soli beni energetici (da +2,2% a +2,1%). La crescita tendenziale dei prezzi si attenua per i beni (da +1,0% a +0,8%) e anche per i servizi (da +3,0% a +2,6%). L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a 1,3% per l’indice generale e a 1,6% per la componente di fondo. Su base annua a maggio aumentano i prezzi soprattutto per il comparto dell’abitazione, acqua elettricità e combustibili (+3,9% nonostante il -0,1% congiunturale) e per i servizi ricettivi e di ristorazione con un +3,4% (con un balzo dell’1,4% su base mensile). Segnano un incremento significativo anche i prezzi dei prodotti alimentari e le bevande con un +3,2% (+0,5% su base mensile).

Redazione

 

 

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