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Draghi: ‘Servono strategie. Importante capire se un progetto è utile o frutto di clientelismo’

L’ex presidente della Bce Mario Draghi, più volte chiamato in causa come possibile figura di supporto al premier Conte in questa fase delicata, ha presentato il rapporto “Rivitalizzare e ristrutturare il settore aziendale dopo il Covid”, ad opera del G30, un comitato indipendente di cui fanno parte i principali accademici e decisori pubblici e privati del mondo e co-presieduto da Draghi e l’economista indiano-americano Raghuram.

Gli aiuti a pioggia dei governi “stanno coprendo una realtà che è molto più preoccupante di quanto possiamo stimare per il momento”, ha affermato l’ex numero uno della Bce, come racconta il Corriere. Continuare ad offrire aiuti e crediti ad una azienda che non dà più i suoi frutti non fa altro che peggiorare la situazione. Sono necessarie delle strategie per gli istituti bancari: “Anche in futuro le piccole e medie imprese continueranno a dipendere dal sistema bancario e anche per questo la salute degli istituti di credito è importante. Tutti vogliamo banche che continuino a sostenere l’economia e il settore privato ma, se il loro capitale viene assorbito dai crediti deteriorati, quel sostegno mancherà”.

Sul fronte Recovery Fund e la possibilità che una buona parte dei fondi siano utilizzati per progetti già esistenti, Draghi sostiene: “Quel che bisogna valutare è se un progetto è utile o no. Se supera certi test che riguardano il suo tasso di rendimento sociale, come anche nell’istruzione o nel cambiamento climatico, oppure è semplicemente il frutto di una convenienza politica e di clientelismo. Questa – continua il banchiere centrale – è un’opportunità unica di investire in molti progetti di valore elevato. Se sono vecchi o nuovi non è importante, ciò che conta, e molto, è che il loro valore sociale sia dimostrabile”.

A questo tema è anche legata la sorte del debito pubblico. Per Draghi se si spenderà bene questi soldi, in progetti redditizi, allora ci sarà una crescita che sarà fondamentale per la sostenibilità del debito, se al contrario si investirà in progetti fallimentari, sarà insostenibile.

Nel suo rapporto Draghi si sofferma anche sul lato psicologico delle persone, che sono sempre più spaesate. “Le persone in questo momento si sentono perse, c’è molta incertezza. Le banche centrali non hanno molte alternative alla scelta di continuare per un lungo periodo di tempo quel che hanno fatto finora. Ma in realtà il virus e la rapidità con cui si arriverà alla vaccinazione di massa determineranno tutto. Solo allora le persone potranno ricominciare a viaggiare e assumersi rischi d’investimento: per molti è difficile farlo solo sulla base di una conversazione su Zoom”.

Per Mario Draghi il futuro dell’Italia e della sua ripresa sta nel Next Generation Eu e in come i progetti che ne fanno parte saranno costituti. Se saranno ben fatti, contribuiranno alla crescita e saranno di aiuto. Non si può basare la rinascita italiana solo sull’export verso la Cina.

Redazione

 

 

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