Dal report “Ambiente, Energia, Lavoro – La centralità dei rifiuti da attività economiche” presentato da Assoambiente (Associazione Imprese Servizi Ambientali ed Economia Circolare) emerge che l’Italia perde un miliardo di euro all’anno in export per la mancanza di impianti di smaltimento rifiuti.
L’Italia – riporta Repubblica – è leader nel riciclo e recupero di rifiuti speciali ma per l’assenza di un’adeguata rete di impianti di trattamento deve ripiegare con l’esportazione dei rifiuti con una forte spesa.
Dallo studio emerge che, nel 2019, in Italia sono stati prodotti oltre 193 milioni di tonnellate di rifiuti. Di questi 163 milioni sono speciali e 30 milioni urbani, di cui i primi rappresentano quasi l’85% della produzione complessiva.
Del totale dei rifiuti speciali che vengono prodotti nel nostro Paese, più di 4 milioni di tonnellate sono stati inviati all’estero, di cui circa la metà esportati verso paesi vicini come la Germania – che ha accolto 800 mila tonnellate – ma anche Austria, Francia, Svizzera e Slovenia.
Sul volume dei rifiuti che vengono inviati all’estero, il Presidente della sezione Rifiuti Speciali di Assoambiente, Marco Steardo, ha commentato: “Sono un forte segnale di carenza impiantistica, particolarmente preoccupante se si considera la previsione di crescita industriale stimata per i prossimi anni. Senza una pianificazione strategica di investimenti in nuovi asset dedicati, si amplierà il gap tra i quantitativi da avviare a trattamento e gli impianti sul territorio”.
E conclude: “la realizzazione degli impianti di riciclo, di recupero di materia e di energia deve essere adeguatamente pianificata, privilegiando la realizzazione di impianti a servizio di distretti produttivi specifici nei quali la gestione dei rifiuti si integrerebbe, producendo materie prime seconde e o energia utili al distretto stesso”.
