Economia

Crisi energetica, le imprese della ceramica costrette a investire all’estero

La crisi energetica e il conseguente innalzamento dei prezzi, mette in difficoltà tutte le aziende del nostro Paese, ma soprattutto quelle più “energivore”, come quelle della ceramica.

Un reportage su La Stampa riporta il caso del Gruppo Romani, un’azienda di ceramiche da 420 dipendenti, che opera fra Modena e Reggio Emilia. “La prima cosa che faccio in ufficio non è aprire il portafoglio ordini, ma guardare come sta andando il gas”, ha detto il presidente del gruppo.

Una crisi che è arrivata nel momento di maggior richiesta di materiali, grazie alla domanda proveniente dai cantieri per il superbonus del 110%: “Sembrava un sogno, sta diventando un incubo” ha detto il Presidente di Romani, “Abbiamo ritoccato tre volte i listini ma è una guerra al massacro. Continuiamo a produrre per non perdere i clienti, ma fino a quando potremo continuare?”.

In attesa del decreto del governo a favore delle imprese, queste le dichiarazioni del presidente Confindustria Ceramica: “Vedere uscire il materiale dal forno una volta mi dava soddisfazioni, ora non so nemmeno se coprirò i costi. Così mi sorge il dubbio: se un gruppo deve aumentare la produzione o fare investimenti, lo farà all’estero o in Italia?”.

Redazione

 

 

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