EconomiaLE TASCHE DEGLI ITALIANI

Con la pandemia persi 30mila posti di lavoro tra gli autonomi

La pandemia ha mandato in fumo molti posti di lavoro di autonomi e liberi professionisti. Secondo Confprofessioni, in 10 anni, tra il 2009 e il 2019, sono spariti 735 mila lavoratori indipendenti. Se guardiamo solo al primo semestre dello scorso anno, notiamo che hanno perso l’attività in 170mila, di questi oltre 30mila sono liberi professionisti.

Con la pandemia il 40,2% dei lavoratori indipendenti è rimasto bloccato, a fronte del 29,4% tra i dipendenti. Circa mezzo milione di lavoratori autonomi ha fatto richiesta per l’indennità prevista dal governo di 600 euro. Tra i più colpiti, ci sono i biologi, gli psicologi e i geometri, seguono gli avvocati, gli ingegneri, gli architetti e i veterinari.

Per la prima volta, con la legge di Bilancio 2021, è stata istituita l’Iscro, la cassa integrazione anche per le partite iva. Ne usufruiranno in 41mila su un totale di 290mila lavoratori autonomi. Restano fuori però i professionisti iscritti alle Casse.

Ora è allo studio del governo l’estensione del sostegno al reddito anche per le Casse, ma le categorie frenano e chiedono di salvaguardare l’autonomia dei fondi: “Ben venga il sostegno del lavoro in crisi acuta, ma estenderlo alle Casse non è un passaggio banale, e implica un approccio di perequazione. Noi paghiamo già una doppia tassazione sui contributi versati dai nostri associati, un obbligo che non esiste negli altri Paesi europei”, afferma a Repubblica Alberto Oliveti, presidente di Adepp, l’associazione degli enti di previdenza privati italiani.

Redazione

 

 

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